Vita Chiesa

CARD. RUINI: SÌ ALLA RIFORMA DELLA SCUOLA, MA CON FINANZIAMENTI E PARITÀ

“La legge-delega sulla riforma della scuola disegna i tratti fondamentali del nuovo sistema scolastico, salvaguardando però la continuità sostanziale della nostra tradizione formativa e riproponendo in particolare l’idea di una scuola che deve educare non solo istruire”. Questo il giudizio dei vescovi italiani sulla riforma Moratti. Ad esprimerlo è stato il card. Camillo Ruini, presidente della Cei, aprendo oggi la 51a Assemblea generale dei vescovi italiani, in svolgimento in Vaticano fino al 23 maggio. Oltre ai “decreti attuativi”, essenziali “per determinare in concreto i contenuti degli insegnamenti e gli sviluppi di tutta l’opera formativa”, i vescovi chiedono “il massimo sforzo per assicurare alla riforma i finanziamenti indispensabili, con gradualità ma senza rinvii che finirebbero per paralizzarla” e “un’effettiva parità scolastica”, senza la quale “la riforma rimarrebbe sostanzialmente incompiuta”; altro “obiettivo irrinunciabile”, quello di “garantire l’innalzamento del livello della formazione professionale”. Al governo, i vescovi rilanciano le richieste, già avanzate nei giorni scorsi dal Consiglio nazionale della scuola cattolica, di “porre in essere tempestivamente tutte le azioni necessarie” non solo per la parità, ma anche per superare “le difficoltà e i ritardi troppo spesso intervenuti nell’erogazione dei finanziamenti già previsti, specialmente per le scuole materne”. Riguardo al disegno di legge sullo stato giuridico degli insegnanti di religione, i vescovi auspicano che “sia definitivamente approvato al più presto”, per consentire “il pieno inserimento scolastico di una benemerita categoria di docenti, in grande maggioranza, laici, nel rispetto del giusto equilibrio tra le esigenze dello Stato e la specificità dell’insegnamento della religione cattolica”. Altro argomento della prolusione, il disegno di legge sul sistema radiotelevisivo, che per Ruini è un “nodo” molto rilevante della “vita sociale”. Di qui la richiesta di “un quadro normativo” che favorisca “un netto miglioramento della qualità morale e culturale delle trasmissioni – che non possono avere il successo dell’ascolto come unico o comunque prevalente criterio di giudizio – e una più sicura garanzia del pluralismo”, attraverso uno “spazio adeguato” per le emittenti minori” ed il rispetto delle le “fase più indifese”. Sir

Il testo integrale della Prolusione Ruini