Vita Chiesa

CARITAS IN VERITATE: MONS. CREPALDI, «LA QUESTIONE ANTROPOLOGICA DIVENTA QUESTIONE SOCIALE»

“Nella Caritas in veritate la cosiddetta questione antropologica diventa a pieno titolo questione sociale”. Lo ha detto mons. Giampaolo Crepaldi, arcivescovo eletto di Trieste, finora segretario del Pontificio Consiglio Giustizia e Pace, presentando oggi ai giornalisti la terza enciclica del Papa (testo integrale – pdf), in cui ”la procreazione e la sessualità, l’aborto e l’eutanasia, le manipolazioni dell’identità umana e la selezione eugenetica sono valutati come problemi sociali di primaria importanza che, se gestiti secondo una logica di pura produzione, deturpano la sensibilità sociale, minano il senso della legge, corrodono la famiglia e rendono difficile l’accoglienza del debole”. Secondo mons. Crepaldi, queste indicazioni della Caritas in veritate “non hanno solo valore esortativo, ma invitano ad un nuovo pensiero e ad una nuova prassi per lo sviluppo che tengano conto delle sistematiche interconnessioni tra i temi antropologici legati alla vita e alla dignità umana e quelli economici, sociali e culturali relativi allo sviluppo”. Da ora in poi, per il vescovo, “non sarà più possibile, per esempio, impostare programmi di sviluppo solo di tipo economico-produttivo che non tengano sistematicamente conto anche della dignità della donna, della procreazione, della famiglia e dei diritti del concepito”. Per mons. Crepaldi, “i due fondamentali diritti alla vita e alla libertà religiosa trovano per la prima volta una esplicita e corposa collocazione in una enciclica sociale”, e sono “organicamente collegati con il tema dello sviluppo”: la Caritas in veritate “ne mette in evidenza le ricadute negative anche di ordine economico e politico sullo sviluppo quando non venissero rispettati”. I due diritti alla vita e alla libertà religiosa, inoltre, nell’enciclica “sono strettamente collegati con l’ecologia ambientale”, che “deve liberarsi da alcune ipoteche ideologiche che consistono nel trascurare la superiore dignità della persona umana e nel considerare la natura solo materialisticamente prodotta dal caso o dalla necessità. Tentazioni ideologiche oggi presenti in molte versioni dell’ecologismo”. Nella prospettiva di Benedetto XVI, quindi, “l’impegno per l’ambiente non sarà pienamente fruttuoso se non verrà sistematicamente associato al diritto alla vita della persona umana, primo elemento di una ecologia umana che faccia da cornice di senso per una ecologia ambientale”. Altra “novità assoluta” dell’enciclica, per mons. Crepaldi, è l’ampia trattazione del problema della tecnica: “E’la prima volta che un’enciclica affronta in modo così organico questo tema, dopo gli approfondimenti antropologici sulla tecnica della Laborem exercens di Giovanni Paolo II”.Sir