Vita Chiesa

CARITAS, MONS. MERISI (PRESIDENTE): CRISI, RIDURRE I CONSUMI VOLUTTUARI

Un invito a promuovere l’accesso al credito e la microfinanza, la sobrietà e gli stili di vita, “senza timore di ridurre i consumi voluttuari, perché la minor spesa, in qualche campo di non primaria necessità, può essere ben compensata da maggiori investimenti per esigenze più necessarie a difesa dell’occupazione”: lo ha rivolto oggi mons. Giuseppe Merisi, vescovo di Lodi e presidente della Commissione episcopale per il servizio della carità e la salute e presidente di Caritas italiana, nella sua prolusione in apertura del 34° convegno nazionale delle Caritas diocesane, in corso fino al 29 aprile a San Benedetto del Tronto (Ap). Vi partecipano oltre 600 direttori e operatori delle Caritas diocesane di tutta Italia. Mons. Merisi ha toccato vari temi, tra cui la crisi economica e l’enciclica Caritas in veritate, le iniziative per l’Anno europeo della lotta alla povertà, il volontariato, l’educazione alla pace, alla mondialità, all’intercultura, la Chiesa e il Mezzogiorno, l’immigrazione. Il tema dell’immigrazione, ad esempio, può essere collocato, secondo il vescovo, “nell’impegno educativo per le giovani generazioni” perché “parlare di rapporto corretto con i fenomeni dell’immigrazione, dei rifugiati e dei richiedenti asilo significa parlare di accoglienza e di legalità, di integrazione, di diritti e doveri, da tutti rispettati e attuati”.A proposito delle tragedie del mare e dei respingimenti nel Mediterraneo, mons. Merisi ha fatto notare che “purtroppo il viaggio, oltre a fallire a causa delle terribili condizioni in cui questo avviene, rischia di non terminare in quanto i migranti vengono intercettati in alto mare”. Perciò, in sintonia con Caritas Europa e Caritas internationalis, mons. Merisi ha annunciato la nuova iniziativa promossa da Caritas italiana, il Migramed Forum 2010, con i rappresentanti delle Caritas dei Paesi che si affacciano sul Mediterraneo. Si svolgerà a Trapani dal 16 al 18 giugno. Sul fronte “emergenze” sono stati tanti “i banchi di prova” in cui Caritas si è trovata ad intervenire: Abruzzo, Sicilia (Messina-San Fratello), Calabria (Maierato), Haiti, Cile. Il presidente di Caritas italiana ha denunciato “la tentazione di appropriarsi dell’emergenza, pur motivata dalle più nobili intenzioni verso le persone coinvolte”, con “il rischio concreto di lasciare il deserto dietro di sé”. “Gestire l’emergenza ‘a parte’ – ha affermato -, staccandola dal contesto in cui si è manifestata, significa lasciare le persone isolate dalla comunità di appartenenza, prive di riferimenti concreti e immediatamente disponibili, sempre in condizioni di diversità e distanza”. Al contrario “il servizio più prezioso che si deve a una comunità colpita” è “di restituirle fiducia valorizzandone il quotidiano”. “La relazione di aiuto rappresenta un’attenzione essenziale della vita cristiana e della vita delle parrocchie, non è un optional da collocare a lato di annuncio e celebrazione, perché l’appello dei poveri rappresenta l’antidoto essenziale contro ogni forma di narcisismo dell’annuncio e della celebrazione”. Lo ha detto oggi mons. Franco Giulio Brambilla, vescovo ausiliare di Milano e presidente del Comitato per gli studi superiori di teologia e di scienze religiose, nel suo intervento al 34° convegno nazionale delle Caritas diocesane, in corso fino al 29 aprile a San Benedetto del Tronto (Ap). “La carità alleggerisce la nostra vita dal potere salvifico del consumismo – ha detto mons. Brambilla -, ci dice che lo cose ci servono e devono essere messe a servizio degli altri, ci suggerisce che non dobbiamo farcene schiavi, ma sono strumenti della libertà”. “La missione della carità – ha proseguito – è di sciogliere i legami di una chiesa potente per farla serva, di essere rimprovero vivente a una società dell’arrivismo e della concorrenza, del consumismo e dello spreco”. La “funzione pedagogica” della Caritas è quindi “provocazione” per singoli e parrocchie ma anche “attualizzazione” perché la missione della Chiesa “non si rassegni ad essere solo il ‘pronto soccorso’ dell’umanità”, al contrario un “luogo reale” dove “non si richiede più solo la risposta ai bisogni, ma si promuovono liberi legami di affetti, di relazioni e di fraternità”. Mons. Brambilla ha invitato i 600 convegnisti “ad un’opera di revisione profonda dei nostri percorsi formativi pratici, dei corsi, delle relazioni, delle conferenze, delle iniziative pratiche proposte con valenza pedagogica”. “Bisognerà accostarsi con simpatia e lungimiranza – ha detto – a tutti gli altri luoghi formativi della parrocchia/vicariato perché non si disperda la sapienza pastorale di questi anni”. “Sarebbe bello – ha suggerito il vescovo – che i responsabili Caritas di parrocchia e diocesani offrissero nei prossimi anni in cui è a tema l’educare nella Chiesa e nel mondo la possibilità di iniziative mirate per i ragazzi, i giovani e le famiglie. Si potrebbero chiamare: sponsor dell’ospitalità!”Sir