Vita Chiesa

COP: A TORINO DAL 4 AL 6 APRILE IL SEMINARIO «DALLE EMOZIONI ALLA FEDE»

Educare alla fede i giovani d’oggi valorizzando la sfera delle emozioni. È la sfida raccolta dal Centro di orientamento pastorale, che da lunedì 4 a mercoledì 6 aprile organizza a Torino il seminario di studio “Dalle emozioni alla fede”. “Il Cop ha pensato di dare concretezza al progetto pastorale della Cei ‘Educare alla vita buona del Vangelo’ avviando un percorso di ricerca sul rapporto tra emozioni e fede nella vita dei giovani di oggi”, chiarisce don Giovanni Villata, responsabile del Centro studi e documentazione della diocesi di Torino. Un centinaio di operatori pastorali provenienti da tutta Italia saranno chiamati a riflettere insieme a vescovi, esperti e pedagogisti “sulla possibilità di una valorizzazione delle emozioni rispetto alla fede dei giovani”. “Gli educatori – fa notare don Villata – hanno qualche difficoltà ad affrontare quest’argomento, perché solitamente si è pensato a un’educazione che puntasse più sui contenuti che sulle emozioni, le quali godono di particolare attenzione nell’odierno contesto culturale”. “Se però i ragazzi provano un desiderio di crescita – precisa don Villata – l’educatore deve inserirsi in questo sogno e aiutarli a crescere. Non è vero che i ragazzi non hanno sogni, sono gli educatori piuttosto che fanno difficoltà a inserirsi nel sogno dei giovani”.L’analisi dello “spazio” occupato dalle emozioni nei giovani e dell’incidenza di cultura e società sui ragazzi d’oggi sarà al centro del dibattito della tre giorni organizzata dal Cop a Villa Lascaris, Pianezza (Torino). “Oggi i giovani sono coinvolti in un sistema mass-mediale pluripiattaforma (radio, Tv, web, social network) sconosciuto fino a poco tempo fa”, spiega Marco Brusati, direttore di Hope e docente al Master di comunicazione dei grandi eventi dell’Università di Firenze, che interverrà al seminario del Cop con una relazione sulle influenze della società nella sfera emozionale dei giovani. “Questo sistema mass-mediale incide sulle emozioni degli adolescenti attraverso le comunità di consumo, che spingono i giovani a consumare emozioni lecite e illecite al contempo – aggiunge Brusati –. Il rischio, non sempre compreso dagli educatori, è l’alessitimia sociale: l’incapacità di riconoscere le proprie emozioni. Per questo motivo è fondamentale far rincontrare tra loro gli adolescenti. Ristabilire le relazioni frontali, e non solo virtuali, è proprio la logica che anima il progetto Hope, che si propone di tirare fuori i giovani dalle loro stanze per farli incontrare, allo scopo di riacquisire competenze emotive”. Il programma completo del seminario “Dalle emozioni alla fede” è consultabile sul sito www.centroorientamentopastorale.org.Sir