Vita Chiesa

Capodanno a Gerusalemme, là dove «tutti siamo nati»

E’ un paesaggio inedito e in certo senso inatteso quello che sa accogliere i pellegrini nel periodo natalizio a Gerusalemme e in Terra Santa. Temperature potremmo dire continentali, non di rado la neve, giornate corte. Insomma, potremmo quasi dire un paesaggio «natalizio», così come siamo soliti ricostruirlo nei nostri presepi in famiglia. Sarà in questo «clima», non solo atmosferico, che potranno immergersi i pellegrini che dalla Toscana trascorreranno il capodanno 2017 a Gerusalemme e nei luoghi della salvezza. È infatti partita l’organizzazione per il grande pellegrinaggio delle Diocesi toscane tra la fine di dicembre e i primi giorni del nuovo anno.

«Ancora una volta la Toscana è in prima linea, in Italia, per sostenere la ripresa dei pellegrinaggi in Terra Santa», commenta felice il vescovo di Grosseto, p. Rodolfo Cetoloni. Frate Minore francescano, che – per sua ammissione – ha lasciato un pezzo del suo cuore a Gerusalemme, dove ha completato i suoi studi e la sua formazione e dove nel 1973 è stato ordinato sacerdote. Un doppio nodo lo lega alla Terra Santa. Fu infatti in procinto di partire per uno dei tanti pellegrinaggi che il presule ha guidato nei luoghi della salvezza che fu raggiunto dalla notizia della nomina a vescovo. Era il 2000. Nel suo stemma episcopale questo legame è ribadito sia dal motto «Verbum caro» (il Verbo si è fatto carne) che dalla stella a dodici punte attraversata dalla luce eterna di Dio che si fa uomo. Ed è proprio nell’Incarnazione e poi nella Resurrezione che si sigilla il senso del pellegrinaggio in Terra Santa.

La partenza dei pellegrini toscani sarà in due fasi: dal 27 dicembre 2016 al 3 gennaio 2017 e dal 28 dicembre al 4 gennaio. «Si tratta di due pellegrinaggi che avranno una leggera diversità di programmi – spiega mons. Cetoloni – ma con momenti comuni».

Eccellenza, ancora una volta le Chiese della Toscana rispondono con grande slancio all’appello dei cristiani di Terra Santa e delle autorità civili di Israele e Palestina a rilanciare i pellegrinaggi dall’Italia.

«Come già all’inizio della seconda Intifada, la sensibilità dei Vescovi toscani ha risposto ad un appello proveniente dalle stesse comunità cristiane di Palestina. Questa voce è risuonata attraverso il sottoscritto e l’ex Custode di Terra Santa p. Pierbattista Pizzaballa (nominato dal Papa Amministratore apostolico di Gerusalemme dei Latini ed elevato alla dignità di Arcivescovo, ndr) già in un primo incontro a cui sono stati invitati gli uffici pellegrinaggi delle Diocesi toscane. Poi a giugno c’è stato il pellegrinaggio di dieci Vescovi per dare conto di persona di questa volontà della Cet, sia alla Chiesa locale che alle autorità israeliane e palestinesi di voler dare impulso alla ripresa dei pellegrinaggi».

Quali i motivi di fondo di questo impegno corale?

«I motivi sono ben radicati nell’esperienza spirituale cristiana, che chiama sempre a tornare alle radici, ma anche a farsi carico della situazione dei fratelli che vivono in difficoltà come sta accadendo, appunto, specialmente in Palestina dove molti cristiani lavorano nel settore turistico e nell’accoglienza dei pellegrini. La risposta e l’attenzione data sia dalle autorità civili e religiose che dai cristiani è stata molto forte, così come è stato gradito questo impegno delle Diocesi toscane».

Il pellegrinaggio ha anche un slogan, che richiama il Salmo 86: «là tutti siamo nati». È un modo per indicare lo stile con cui approcciare il viaggio?

«Sì. Con questa espressione riprendiamo uno slogan utilizzato anche agli inizi della seconda Intifada che permise sia la ripresa dei pellegrinaggi che l’avvio di contatti diretti fra Diocesi italiane e parrocchie e realtà di Terra Santa. Nacquero gemellaggi, presero avvio aiuti di vario tipo, iniziative di sensibilizzazione…e così via».

Immagina possibile che quel percorso possa in quale  modo essere riavviato con questi pellegrinaggi in programma?

«Lo auspico di cuore. Nella recente visita a giugno, dalle realtà locali è stato chiesto questo a noi Vescovi: la nascita di iniziative che mettano in contatto diretto i cristiani, ma anche le istituzioni cattoliche italiane con quelle di Terra Santa. I due istituti del turismo palestinese e israeliano ci hanno riservato una calorosa accoglienza e hanno gradito questa intenzione con grande ammirazione e gioia».

Cosa significa andare pellegrini in Terra Santa?

«L’esperienza del pellegrinaggio per un cristiano è una grazia di contatto diretto coi luoghi dell’incarnazione e della resurrezione di Gesù. Molto spesso e con sicurezza si può dire: “Qui è avvenuto questo, qui il Verbo si è fatto carne, qui ha dato la vita per noi”. Tutto ciò da un risalto e uno spessore all’esperienza di fede, che assume ancor più la valenza storica di condivisione della nostra vita da parte del Figlio di Dio, caratteristica della fede cristiana. C’è anche un ritorno ai luoghi delle origini cristiane, dove sempre – pur fra tante difficoltà – si è mantenuta una presenza di cristiani, che ora rischia di diminuire proprio per le difficoltà anche di lavoro che vivono. Per aiutare i nostri fratelli nella fede a superare questi ostacoli, i pellegrinaggi sono molto importanti. Infine il pellegrinaggio permette un rapporto rinnovato con la Parola di Dio, che dà la dimensione storico-geografica dell’Incarnazione. Spesso, uno dei frutti dei pellegrinaggi è proprio il rinnovato amore con cui i fedeli si accostano alla Scrittura».

In questo pellegrinaggio c’è un significato ulteriore: sono le Chiese della Toscana a muoversi unitariamente. Che valore ha tutto questo?

«È un segno bello. All’interno della Cet si è scelto di fare insieme questo pellegrinaggio creando, con l’aiuto degli uffici pastorali della diocesi di Fiesole, un punto informativo e di coordinamento a cui le diocesi possono far conoscere le loro iniziative per la rirpes dei pellegrinaggi, in modo da facilitare l’aggregazione tra diocesi vicine. Il pellegrinaggio di dicembre di tutte le Diocesi toscane è il segno più eloquente di un cammino che favorisca il rapporto tra le nostre Chiese. A giugno, in occasione del pellegrinaggio dei Vescovi, alle autorità incontrate abbiamo consegnato la medaglia della Cet, che da un lato riproduce l’effigie della Madonna di Montenero, patrona della Toscana, e dall’altro i campanili delle Cattedrali delle diocesi, per sottolineare la pluralità delle identità delle singole Chiese e il senso di unitarietà».

Indubbiamente è suggestivo anche il periodo scelto: il tempo del Natale.

«È una scelta indubbiamente suggestiva per più motivi. Intanto perché dà inizio al nuovo anno. Poi il periodo natalizio, che permette di vivere la Terra Santa con l’aiuto del clima liturgico che si vive. Si tratta inoltre di un periodo felice, percjè consente a insegnanti o a lavoratori che in quel periodo possono già liberamente assentarsi dal lavoro, di parteciparvi. Infine anche il clima esterno, freddo e con giornate brevi, che favorisce il raccoglimento e la dedizione personale al pellegrinaggio stesso».

Come sarà impostato?

«Sarà un pellegrinaggio nella linea della tradizione, con visite ai santuari e ai luoghi della storia biblica, specialmente del Nuovo testamento. Non sarà faticoso, ma accessibile a tutti coloro che sono in grado di fare anche brevi tratti di cammino a piedi. Saremo guidati da sacerdoti di lunga esperienza di pellegrinaggio e assistiti dall’agenzia Terra Santa company di Gerusalemme. Prevediamo anche incontri con autorità religiose locali, con comunità cristiane e ad opere di carità ed assistenza, che manifestano l’anima che caratterriza la Chiesa di Terra Santa aiutata e sostenuta dalla Chiesa italiana e dalle Chiese del mondo».

A quando il programma di dettaglio e l’apertura delle iscrizioni?

«Con l’inizio di settembre saranno stampati e distribuiti i programmi di dettaglio e ci si potrà iscrivere».

Come prenotare

«Capodanno in Terrasanta» è un’iniziativa della Conferenza episcopale toscana insieme ai Frati minori. La partenza dei pellegrini toscani sarà in due fasi: dal 27 dicembre 2016 al 3 gennaio 2017 e dal 28 dicembre al 4 gennaio. Ma il pellegrinaggio è unico e con momenti comuni. L’organizzazione tecnica è a cura di Turishav e Petroniana. Partner dell’iniziativa sono la Fondazione Giovanni Paolo II e Toscana Oggi.

Per informazioni e prenotazioni rivolgersi al proprio Ufficio diocesano pellegrinaggi oppure agli Uffici pastorali della diocesi di Fiesole (che svolgono la funzione di coordinamento): tel. 055/9154156, up@diocesifiesole.it