Vita Chiesa

Carcere Larino: mons. De Luca (vescovo), «Nessuna rivolta o boicottaggio»

Monsignor Gianfranco De Luca, vescovo di Termoli-Larino, si dice «sconcertato» del modo in cui alcuni organi di stampa hanno riferito della Messa da lui celebrata ieri nella sezione di alta sicurezza del carcere di Larino, dove sono ospitati circa 200 mafiosi legati alla ‘ndrangheta, e dunque direttamente colpiti dalla scomunica di Papa Francesco.

«Se il Papa ha detto che siamo scomunicati, che cosa significa per noi? Ci possiamo stare a messa? Possiamo fare la comunione?». Queste, riferisce al Sir il presule, gli interrogavi posti dai carcerati al cappellano, don Marco Colonna, che per approfondire il significato della scomunica papale ha invitato il vescovo a celebrare Messa nel penitenziario. «Vengo volentieri», la risposta del presule, che nell’omelia ha spiegato ai detenuti la definizione data dal Papa della mafia: «Adorazione del male». «Tu non stai con Dio, se adori un altro dio», ha detto il vescovo illustrando il senso della scomunica. Il fatto di essere scomunicati, tuttavia, «non impedisce un percorso di conversione, anzi al contrario lo sollecita: è un invito a prendere coscienza del buio per entrare nella luce», precisa il presule.