Vita Chiesa

Card. Bagnasco: Vatileaks, diabolico mostrare che il Papa è solo. Su 8xmille un «polverone»

Il cardinale è intervenuto a margine del convegno «Un nuovo umanesimo» organizzato dalla parrocchia dell’Ospedale pediatrico Gaslini di Genova. «Il Papa non è assolutamente solo – ha spiegato il porporato – è circondato e sostenuto cordialmente, affettuosamente, lealmente da tutti i vescovi. Per questo non ho nessuna preoccupazione circa questa immagine di divisione che si vuole accreditare presso l’opinione pubblica per creare ulteriore disorientamento». «È certamente una grande amarezza per il dolore che sicuramente ha recato e reca al Santo Padre e per il cattivo esempio, lo scandalo, posto che tutto quanto sia vero, documentato e documentabile», ha aggiunto. Certamente, però, crea confusione e disorientamento nel popolo di Dio. E questo è motivo di dolore e amarezza che sicuramente – ha concluso – è nel cuore del Santo Padre e di tutti noi pastori».

Polverone sull’8xmille. «Dispiace, e forse in questo c’è una certa intenzione da parte di qualcuno, il tentativo di creare e aumentare un polverone in modo da far credere alla gente, in modo così indiscriminato, che vi sia una gestione non corretta dell’8 per mille che fino ad ora gli italiani con tanta generosità e coscienza hanno accreditato alla Cei, che non è il Vaticano». Così il cardinale Angelo Bagnasco, parlando del recente pronunciamento della Corte dei Conti in merito alla gestione dei fondi dell’8 per mille.  «In fondo è sotto gli occhi di tutti come viene amministrato questo 8 per mille dalle diocesi, dalle comunità parrocchiali, dalle associazioni e dai centri di ascolto per i poveri, per i nostri italiani e per gli immigrati, per combattere tutte le forme di povertà, vecchie e nuove», ha aggiunto il porporato. «Se si legge il testo – ha concluso – non c’è nulla di nuovo rispetto al precedente testo, anzi direi che, rispetto alla parte della Chiesa, è molto più leggero».

Economia, speranze di inversione di tendenza. «Speriamo che ci sia un’inversione di tendenza a livello di macro economia ma finora a noi non risultano ricadute positive sulle famiglie, sulla gente giovane o meno giovane che però ha perso il posto di lavoro». Così il cardinale ha commentato le previsioni positive per l’economia italiana da parte della Commissione europea e dell’Istat. «Prendo atto come tutti di questi dati che vengono diffusi dalle istituzioni competenti – ha precisato il porporato – e auspico che siano dati veri che indichino veramente una ripresa». Però, anche se «è possibile che ci sia una ripresa a livello di macroeconomia, le nostre parrocchie, le nostre comunità sul territorio mi dicono che i disoccupati e gli inoccupati sono ancora molti».

«Non si può lasciare da soli una donna che sta per diventare madre, ed è in oggettive difficoltà, o un malato che è rimasto solo nella vita e ha bisogno di tutto», ha affermato ancora il presidente della Cei, al suo arrivo al convegno. Per il card. Bagnasco, quindi, è la società che si deve attivare «attraverso delle reti, non solamente istituzionali, anche se queste sono indispensabili, ma anche volontaristiche e di affetto» per fare in modo che «queste solitudini possano diventare delle compagnie e allora la qualità della vita può esistere». «Nel contesto culturale occidentale – ha aggiunto il cardinale – la vita non è più un valore inviolabile, non è considerata qualcosa di indisponibile». Per il cardinale, invece, «in una visione non solo religiosa, ma puramente ragionevole, la vita è un dono dato che nessuno si dà, è qualcosa che riceviamo, che è più grande di noi, che ci precede e che pertanto dobbiamo accogliere con gratitudine e conservare con amore, non soltanto però da soli ma dentro un contesto, una rete che oggi è diventata più fragile».

Il cardinale ha parlato anche dei «rischi della soggettività forsennata, dell’eclissi di Dio e dell’uomo, di un concetto di libertà che sfocia in una libertà sciolta, liquida, rispetto a ogni valore superiore». «Tutto questo – ha aggiunto – oggi lo viviamo ancora più di venti anni fa» quando è stata pubblicata la «Evangelium vitae» di Giovanni Paolo II. Infatti, «in questa società, questa cultura, che crea una società molto isolata ed individualista, diventa sempre più difficile prendersi cura della vita in tutte le sue forme, dalla vita nascente, concepita e poi in tutte le sue fasi fino all’ultimo momento».