Vita Chiesa

Card. Bagnasco: invocare Dio per tagliare gole è una bestemmia

«Non possiamo non rimanere dolorosamente attoniti di fronte alla persecuzione contro i cristiani che cresce e si incrudelisce. Il mondo della fede, del buon senso comune, il mondo dell’umano, rimane sconcertato e percosso. E si interroga: perché? La ragione, prima ancora che le fedi, non può non condannare tanta barbara e studiata crudeltà contro le minoranze e in particolare contro i cristiani solo perché cristiani. E non può non condannare strategie folli e sanguinarie che portano indietro l’orologio della storia. La religione non può mai essere impugnata per uccidere o fare violenza: invocare il nome di Dio per tagliare le gole è una bestemmia che grida al cospetto del cielo e della terra». Lo ha detto il presidente della Cei, cardinale Angelo Bagnasco, nella sua prolusione che ha aperto a Roma il Consiglio Episcopale Permanente.

Secondo il presidente dei vescovi italiani «il mondo ha il dovere della giustizia e della sicurezza per tutti, ma il cristiano ha nel cuore anche il perdono quando l’ingiustizia tocca la sua carne. Non sarà di certo una macabra bandiera nera issata al posto di un crocifisso divelto che potrà uccidere l’amore di Cristo: esso è ben piantato nel cuore dei suoi discepoli». «Mentre resta urgente la responsabilità di assicurare i diritti della libertà religiosa nel mondo, ancora una volta – ha proseguito – esortiamo l’Europa a un serio esame di coscienza sul fenomeno di occidentali che si arruolano negli squadroni della morte. Non si può liquidare la questione sul piano sociologico incolpando la mancanza di lavoro nei vari Paesi: ciò può essere una concausa. Il problema è innanzitutto di ordine culturale: non si può svuotare una cultura dei propri valori spirituali, morali, antropologici senza che si espongano i cittadini a suggestioni turpi. In questo senso, la cultura occidentale è minacciata da se stessa e favorisce il totalitarismo», ha concluso Bagnasco.