Vita Chiesa

Card. Bagnasco: migranti, «nostra gente risponde con generosità del cuore»

Parlando dei migranti, il cardinale ha detto che «sotto i nostri sguardi si consuma l’esodo di popoli che guardano a noi come alla terra promessa: pur di giungervi, non esitano a mettersi nelle mani di mercanti di morte. A fronte di quanto sta accadendo – sciagure e drammi rispetto ai quali nessuno può rimanere indifferente – non basta l’indignazione occasionale. La nostra gente – ha proseguito – lo sa e risponde con la generosità del cuore. Penso a tante realtà diocesane, cresciute negli anni, impegnate quotidianamente sul fronte dell’accoglienza, dell’assistenza, della tutela dei cittadini stranieri, della loro dignità e sicurezza. Un’accoglienza semplice e cordiale, fatta di gesti concreti, che – grazie alla rete delle parrocchie, delle Caritas diocesane, di Migrantes, di tante associazioni – intesse l’ordito di una presenza capillare sul territorio, cui s’accompagna anche un processo culturale, capace di evitare sia le semplificazioni che le paure ingiustificate. Entrambe sono forme di discriminazione».

Sempre riflettendo sul tema delle migrazioni il presidente della Cei ha ricordato che la gestione del fenomeno non può essere che politica e l’Europa, «se vuole presentarsi come ‘casa comune’, e non un insieme di interessi dove chi è più forte prevale, non può tirarsi indietro e guardare infastidita. Ricordiamo: nessuno si salva da solo. Serve altro per accordare vita e dignità a chi è in fuga dalla fame, dalla guerra, da regimi che soffocano la libertà politica, religiosa e ogni prospettiva di futuro». Quindi il card. Bagnasco ha citato la vicenda delle studentesse nigeriane rapite come uno degli «esempi» più eloquenti di quanto sia oggi «urgente e necessario fermarsi, capire, tener conto di tutti i fattori in gioco e giungere a scelte condivise ed efficaci».

Dopo aver dedicato alcuni pensieri alle gravi inondazioni nei Balcani e alle vittime nella miniera in Turchia, nel suo intervento alla 66ª Assemblea generale in Vaticano, il cardinale Angelo Bagnasco ha parlato della persecuzione contro i cristiani che «continua indisturbata in molte parti del mondo: purtroppo, l’avanzare degli anni e il progredire della scienza non coincidono sempre con il progredire della coscienza. La Comunità internazionale – ha esortato – trovi voce forte e metta in campo azioni concrete per esigere che si ponga fine a questa vergognosa e pervicace inciviltà».

Nell’affrontare la situazione del mondo del lavoro, il cardinale Angelo Bagnasco ha sottolineato come «la congiuntura economica di questi anni abbia impoverito drammaticamente tanta gente, rubandole la dignità e rendendola bisognosa anche del pane quotidiano». «A tutti è noto come la Chiesa italiana ha costantemente incrementato le risorse destinate alle diocesi dai fondi dell’8xmille, soprattutto per favorire l’opera delle migliaia di centri d’ascolto disseminati su tutto il territorio», ha aggiunto, definendo queste strutture «vere frontiere prese d’assedio dagli indigenti». «Va da sé che tale risposta, pur importante, da sola non è in grado di agire sulle cause della precarietà lavorativa o della disoccupazione, che nel nostro Paese sta congelando un’intera generazione e desertifica la società dai giovani». «Ancora una volta, rinnovando la fiducia nella collettività sociale e politica, facciamo appello alla responsabilità di tutti: in particolare chiediamo a chi ne ha la possibilità di tornare a investire con coraggio, accettando di affrontare i rischi di questa stagione, senza attendersi – specie nel breve tempo – grandi ritorni», ha concluso, chiedendo «che siano reali, efficaci e veloci le misure di agevolazione fiscale agli imprenditori disposti a coinvolgersi per creare lavoro».

Passando a parlare del terzo «luogo» indicato dal Papa, quello della famiglia, il cardinale Angelo Bagnasco ha affermato che «grazie ad essa che, anche in questi anni sofferti, il tessuto sociale mantiene una propria stabilità». La famiglia è «generatrice e custode della vita in ogni fase del suo esserci poiché sacra e inviolabile, crogiuolo di generazioni», «impresa più importante del Paese». Ha quindi affermato che «essa genera quel ‘capitale umano’ senza il quale non solo non vi è possibilità di benessere, ma – prima ancora – di società e di futuro», costituendo «un incalcolabile fattore di risparmio per lo Stato; ma, ancor prima e più ancora, in essa ognuno ritrova valori, fiducia e coraggio per portare la vita». Il cardinale ha quindi chiesto «alle autorità responsabili di avviare politiche che esprimano un sì convinto alla ‘famiglia senza surrogati’; politiche attente a renderne meno difficile e gravosa la formazione, quindi la generazione e l’educazione dei figli – specie se malati – , la cura e l’assistenza degli anziani». Secondo il presidente della Cei, «sono queste le vere necessità a cui dare risposte immediate e concrete». Per il card. Bagnasco, la famiglia è «fondata sul matrimonio», non va «messa sotto scacco da una cultura insistente e monocorde, che pretende di ‘ridefinire’ il volto stesso dell’amare favorendone la fragilità», col rischio di «sciogliere la persona dentro a rapporti liquidi e insicuri».

Un passaggio dell’intervento del presidente della Cei alla 66ª Assemblea generale è stato dedicato, stamane, al tema della scuola e dell’educazione, oltre a quello del gioco d’azzardo. Il cardinale Angelo Bagnasco ha ricordato prima il grande raduno «La Chiesa per la scuola» in piazza San Pietro del 10 maggio scorso, poi l’impegno specifico della Chiesa per l’educazione grazie alla «diffusa presenza nel Paese della scuola cattolica», che dovrebbe essere «giustamente riconosciuta e sostenuta». Il cardinale ha anche fatto riferimento al Convegno ecclesiale che si celebrerà a Firenze nel novembre 2015 dove – ha affermato – «vogliamo mettere in circolazione il più possibile confronti ed esperienze, speranze e progetti». Quanto al gioco d’azzardo, ha precisato che esso «guarda specialmente al mondo giovanile come a un pascolo succulento» e «consuma molto di più di quanto porti alle casse dello Stato, basti pensare alla disintossicazione da questa dipendenza». Il card. Bagnasco ha ribadito «il danno che ne deriva da una concezione della vita e dei rapporti sociali in termini di scommessa anziché di quotidiano, onesto lavoro. I giovani sono costantemente ingannati e questo è un crimine».

La parte conclusiva del discorso del cardinale Angelo Bagnasco, intervenuto questa mattina alla 66ª Assemblea generale dei vescovi in Vaticano, è stata dedicata al tema della «comunione» all’interno della Cei e alla revisione degli statuti. A questo riguardo, il cardinale ha affermato che «le considerazioni e proposte pervenute dal confronto episcopale nelle diverse Regioni ecclesiastiche sono state ricche e significative». Il materiale è stato raccolto, organizzato e già fatto oggetto di «discernimento collegiale» e l’Assemblea in corso in questi giorni sarà chiamata ad esprimersi in merito. Quanto alla riflessione sugli «Orientamenti per l’annuncio e la catechesi», che verranno discussi e approvati sempre durante i lavori assembleari di questi giorni, il card. Bagnasco ha precisato che «siamo Chiesa missionaria, che dona all’uomo di oggi quanto ha di più prezioso: non una ricetta o una formula, ma una Persona». Da ultimo ha chiesto di accompagnare con la preghiera l’imminente viaggio del Papa «nel suo significativo pellegrinaggio ad Amman, Betlemme e Gerusalemme», che avrà luogo dal 24 al 26 maggio.