Vita Chiesa

Card. Betori: «Ho invitato papa Francesco a Firenze»

Così il cardinale Giuseppe Betori, arcivescovo di Firenze, racconta papa Francesco. Betori è stato intervistato dalla responsabile della redazione di Radio Toscana  Sabina Ferioli,  a poche ore dall’elezione  del cardinale Bergoglio al soglio pontificio. Betori, che ha partecipato alle Congregazioni e poi al Conclave durante il quale è avvenuta l’elezione, racconta di vivere questo momento con «un sentimento di grande gioia perché ancora una volta la Chiesa ha mostrato la sua freschezza e la sua capacità di affrontare le svolte che la storia impone e che questa volta la toccavano in maniera del tutto inedita». L’Arcivescovo di Firenze sottolinea anche la «grande serenità del collegio cardinalizio nell’affrontare il momento e anche un grande sguardo di speranza che ora si apre anche per la vita della Chiesa e direi per tutto il mondo. Questo mi sembra avvalori il fatto che i cardinali si siano sempre lasciati guidare dalla Spirito Santo, vero attore di queste scelte di cui loro sono soltanto degli interpreti».

Parlando di lui, Betori spiega che «ha manifestato all’interno degli interventi del pre-conclave una grande chiarezza, lucidità spirituale e pastorale nell’affrontare i problemi della Chiesa di oggi. Questo Papa si pone nella tradizione degli ultimi grandi pontefici che da 150 anni ad oggi hanno arricchito la storia della Chiesa, mostrando egli un profilo altissimo da un punto di vista spirituale, una grande sensibilità ecclesiale e missionaria, un’attenzione alle condizioni del mondo soprattutto dei più poveri; un’attenzione che si è manifestata anche nelle parole che egli ha pronunciato al momento in cui si è rivolto alla folla festante in piazza San Pietro». Papa Francesco, sottolinea il cardinale Betori, «si è mostrato in tutta la sua umanità disarmante,  ma allo stesso tempo ricca e anche con un preciso volto di spiritualità. Il richiamo alla preghiera all’invocazione alla benedizione dice che è un uomo che ha un contatto tutto speciale con la trascendenza e con il Signore. Egli poi ha sottolineato la sua natura di Vescovo di Roma, ricordandoci che il ministero di Pietro parte appunto dal successore sulla cattedra di Roma e si fa poi preoccupazione per tutte le chiese del mondo in un vincolo stabilito appunto nella carità. Questo vescovo di Roma si è mostrato anche un vescovo molto attento al  dialogo con il popolo e quindi mi è sembrato molto interessante questo legame fortissimo tra la sua riaffermazione di essere vescovo chiamando il popolo ad un dialogo con lui, un dialogo, fondamentalmente nella preghiera e nella benedizione».

Riguardo alla scelta del nome, secondo Betori «Il nome di Francesco è un nome impegnativo nella storia della Chiesa, però questo esprime anche il coraggio del nuovo papa, che non teme di mettere in rilievo anche nella scelta del nome il bisogno di sorreggere questa Chiesa nel nostro tempo attraverso la sua opera e l’opera anche di tutti noi. Allo stesso tempo questo nome ha dei risvolti che toccano il cuore, sia il mio come umbro ovviamente legato particolarmente a Francesco, ma anche a tutta la Toscana perché Francesco ha rappresentato molto, sia con la sua persona che con i suoi figli, una presenza vivificante dal punto di vista spirituale e sociale per la nostra terra. Lo sentiamo particolarmente vicino anche in questa scelta del suo nome».