Vita Chiesa

Card. Betori a cattolici in politica: «Emarginati i diritti sociali»

«Si tratta – ha spiegato – di un compito particolarmente impellente oggi, di fronte a preoccupanti segnali di oscuramento della verità sulla persona umana e sui suoi legami sociali». Dopo aver eclissato il ruolo educativo dei genitori, «siamo ora testimoni di come se ne vogliano attentare fin le basi biologiche, con una scissione tra dimensione corporale e psicologica della persona che mina alla base l’identità stessa dell’umano. Cosa ne sarà di figli a cui sarà negato conoscere i propri genitori ovvero se ne offriranno loro due contraddittorie e contrastanti figure?», si è chiesto il porporato. Dopo aver emarginato coppia e famiglia nell’ambito delle relazioni sociali, poi, «ora si vorrebbe considerare superata la natura di quello che è il legame principale della convivenza sociale, la famiglia, senza cui una società è priva di futuro e muore, un legame che necessariamente invoca la complementarietà sessuale».

Per il card. Betori, «non c’è chi non veda come la missione di servire la verità e la giustizia comporti di ristabilire un diritto radicato nella dimensione fattuale, biologica e materiale delle cose, della realtà corporale della persona, dei legami personali». Dunque, «va ricacciata una cultura del desiderio, che pretende di farsi diritto, una cultura che emargina chi i desideri non può permetterseli o addirittura si trova ridotto a strumento dei desideri altrui, come nel caso dei fornitori (non parliamo di donatori, per favore!) di gameti e delle donne usate per le gestazioni sostitutive». Il porporato ha fatto notare «come tutti questi nuovi diritti si collochino sul versante dell’individuo, mentre restano emarginati i diritti sociali, quelli che dovrebbero renderci responsabili verso i poveri. Perché le due cose non sono tra loro sconnesse e non è senza significato che questa società dell’affermazione di sé sia anche la società dello scarto». In realtà, «non si fa giustizia opponendo compassione e verità, i poveri e Gesù e la sua parola. Un umanesimo davvero radicato nel Vangelo nasce da uno sguardo armonico, che unisce realtà e verità, esigenze storiche e fede». Questo vale «per la nostra vita personale ma anche per la nostra presenza nella società, anche nella forma dell’azione politica, in cui è essenziale rifiutare di essere schiavi del ‘pensiero unico’».