Vita Chiesa

Carità e cultura, così Firenze per il Convegno ecclesiale nazionale

«Non si può capire Firenze se non nel segno di una visione che mette insieme e non distingue la dimensione caritativa e quella culturale: una fede cristiana che si fa immagine di bellezza e vita di carità. L’unità di questi due elementi è il contesto in cui vogliamo accogliere il Convegno ecclesiale nazionale di novembre». Lo ha affermato il cardinale Giuseppe Betori, arcivescovo di Firenze, nel presentare le iniziative culturali che l’Arcidiocesi di Firenze promuove in occasione del Convegno di novembre, che vedrà la Chiesa italiana riunirsi proprio a Firenze per riflettere, guidata dalle indicazioni di Papa Francesco, sul tema «In Gesù Cristo il nuovo umanesimo».

Le iniziative culturali, ha ricordato Betori, vanno legate quindi ai lavori per la costruzione della Casa della Carità, il centro polifunzionale affidato alla Caritas, che il Convegno lascerà alla città come segno concreto di umanesimo vissuto. Le iniziative culturali, ha aggiunto Betori, serviranno anche «a far vedere che l’Umanesimo fiorentino non è stato una voce che distacca l’uomo da Dio, o che pone l’uomo sopra Dio, ma un riscoprire l’uomo alla luce della fede». Queste iniziative (a cui si aggiunge l’apertura, prevista per fine ottobre, del rinnovato Museo dell’Opera del Duomo) renderanno possibile ripercorrere a Firenze, nel prossimo autunno, un millennio di arte cristiana.

L’offerta si articolerà essenzialmente in quattro iniziative: la prima è una mostra, dal titolo «Bellezza divina tra Van Gogh, Chagall e Fontana» che si svolgerà a Palazzo Strozzi, a cura di Lucia Mannini, Anna Mazzanti, Ludovica Sebregondi e Carlo Sisi. Un percorso sul rapporto tra arte e sacro tra metà Ottocento e metà Novecento: un modo per mostrare, ha sottolineato il cardinale Betori, che «il rapporto tra la Chiesa e gli artisti, come diceva Paolo VI, ha visto qualche difficoltà di dialogo ma l’amicizia non si è mai interrotta, e che anche in questi anni tra Ottocento e Novecento troviamo un filo rosso tra l’arte e la trascendenza». In mostra opere come la Pietà di Van Gogh in prestito dai Musei Vaticani, la Crocifissione bianca di Chagall da Chicago o l’Angelus di Millet dal Musée d’Orsay di Parigi.

Gli spazi sotterranei della Basilica di San Lorenzo ospiteranno invece la mostra «Si fece carne. L’arte contemporanea e il sacro» curata da Federica Chezzi e mons. Timothy Verdon: dall’Ex Voto di Yves Klein a artisti come Mimmo Paladino e Giuliano Vangi, con una sezione dedicata anche a una selezione delle opere commissionate ad artisti contemporanei in occasione della pubblicazione del Nuovo Lezionario Cei.

Le iniziative culturali comprendono anche la pubblicazione di un volume, che sarà offerto a tutti i convegnisti, dal titolo «Icone dell’uomo. Arte e fede a Firenze nel Rinascimento» (edizioni Mandragora) in cui quattro tra i massimi esperti di arte sacra (Cristina Acidini, Antonio Natali, Antonio Paolucci e Timothy Verdon) rileggono venti opere d’arte del Rinascimento fiorentino (da Giotto a Michelangelo) alla luce della teologia e della fede del tempo in cui sono nate. «Nell’arte dell’Umanesimo e del Rinascimento – ha ricordato mons. Verdon – l’iconografia cristiana è dominante: possiamo dire che è nella raffigurazione di Cristo e di Maria che l’arte di quel periodo ha ridefinito l’immagine dell’uomo».

L’ultima iniziativa sarà dedicata a Dante, nel 750° anniversario della nascita: un percorso a cura dell’associazione Culter che farà ripercorrere, nel complesso della basilica di Santa Croce, gli ambienti e i personaggi della Divina Commedia attraverso suoni, profumi e colori, secondo lo stile della «lettura popolare» che ha sempre reso accessibile  Dante a un pubblico di appassionati, di esperti ma anche di gente comune.