Vita Chiesa

Caritas italiana: mons. Merisi, «rifugiati, seria revisione strumenti giuridici»

«È necessario – ha dichiarato il Presidente – un cambio di atteggiamento verso i migranti e rifugiati da parte di tutti; il passaggio da un atteggiamento di difesa e di paura, di disinteresse o di emarginazione ad un atteggiamento che abbia alla base la ‘cultura dell’incontro’, l’unica capace di costruire un mondo più giusto e fraterno, un mondo migliore». Nella sua prolusione mons. Merisi, richiamando «il pericolo di strumentalizzare l’immigrazione, anche a fini elettorali, giocando sulle paure e sul senso di insicurezza dei cittadini», ha chiesto in tema di accoglienza dei profughi «un cambio di passo urgente e necessario» iniziando ad attivare due livelli di intervento.

Da una parte, ha affermato mons. Merisi «è quanto mai indispensabile definire forme di collaborazione stabile tra le Istituzioni Nazionali e locali e i principali organismi umanitari direttamente coinvolti nell’accoglienza per pianificare gli interventi ed evitare così l’accoglienza in emergenza». Dall’altra «crediamo che ci sia bisogno di volgere lo sguardo verso forme nuove ed innovative di accoglienza come quella da noi sperimentata nel corso di quest’anno e denominata ‘Rifugiato a casa mia’, consistita nella sperimentazione di accoglienza di richiedenti protezione internazionale e/o di rifugiati presso famiglie, attivate attraverso il circuito delle Caritas diocesane già coinvolte nella gestione di questa particolare categoria di destinatari». «Il futuro dell’asilo, in Italia e in Europa, – ha quindi concluso – dovrà passare inevitabilmente attraverso una seria revisione degli strumenti giuridici e normativi, soprattutto di matrice comunitaria, ma anche attraverso sistemi di accoglienza e tutela che vedano uno spiccato protagonismo dei territori».