Vita Chiesa

Carpi, mons. Cavina lascia la guida pastorale. «Faccio un passo indietro»

«Ho ritenuto di fare un passo indietro esclusivamente per l’amore che porto a questa Chiesa locale, alla quale ho cercato di dare tutto quanto era nelle mie possibilità». Con queste parole mons. Francesco Cavina ha comunicato questa mattina al clero di Carpi le sue dimissioni dalla guida pastorale della diocesi. Dimissioni accolte «in data odierna – scrive mons. Cavina nella lettera indirizzata al clero diocesano – con dispiacere, da Papa Francesco che ha provveduto a nominare l’arcivescovo metropolita di Modena, mons. Erio Castellucci, amministratore apostolico di Carpi».

«I sette anni di intenso e sofferto lavoro alla guida della diocesi – scrive mons. Cavina – mi hanno portato a maturare la consapevolezza, con stupore e riconoscenza, che il Signore, nonostante le mie fragilità e povertà, si è fidato di me e mi ha affidato la ricostruzione materiale, morale e spirituale della comunità di Carpi, colpita nel 2012 da un terribile terremoto pochi mesi dopo il mio ingresso». Mons. Cavina ricorda le visite che Papa Benedetto XVI e Papa Francesco hanno fatto alla diocesi «come segno di attenzione per la comunità diocesana e il suo pastore». «Tuttavia, i sette anni di ministero in mezzo a voi sono stati segnati da continui tentativi di delegittimazione, nonché, negli ultimi tempi, da intercettazioni telefoniche a seguito di denunce di presunti reati alla Procura della Repubblica – prosegue la lettera di mons. Cavina -. Ho sempre rispettato la giustizia e i suoi operatori e sempre li rispetterò, peraltro, l’aspetto più doloroso per quanto mi riguarda è che l’intera indagine si è contraddistinta per una diffusione mediatica, in tempo reale, di parte dell’attività degli inquirenti, anche quando si versava in pieno segreto istruttorio. Si è arrivati a pubblicare anche il contenuto di telefonate legate al mio ministero sacerdotale ed episcopale. Successivamente, ottenuta la completa archiviazione della mia posizione (richiesta dallo stesso organo inquirente e avallata senza riserva dal Giudice per le indagini preliminari per l’infondatezza delle accuse), la gogna mediatica a cui sono stato sottoposto non si è interrotta». Da qui la sofferta decisione di rassegnare le dimissioni, decisione presa «dopo aver molto pregato e chiesto consiglio a persone sagge e autorevoli», spiega mons. Cavina. «Spero – aggiunge – che ora i riflettori si spengano e sia restituita alla diocesi la necessaria tranquillità per compiere la sua missione e a me la serenità e la pace per dedicarmi alla sola ragione per la quale ho donato la mia vita al Signore: annunciare ai fratelli le meraviglie del suo amore».

L’inchiesta per la quale il vescovo è stato sottoposto a intercettazioni e a indagini per ben sei mesi riguardava il presunto appoggio all’ex-vicesindaco Pd, Simone Morelli per garantirgli l’elezione a sindaco nella tornata amministrativa di questo maggio. Lo stesso procuratore ha peraltro archiviato l’indagine non riscontrando motivi per procedere a giudizio. In aprile un settimanale nazionale aveva dedicato al vescovo un articolo con l’enigmatico titolo «La santa alleanza».