Vita Chiesa

Cattolici-Ortodossi: approvato documento su primato e sinodalità. Mons. Palmieri, «risultato di un lungo cammino»

La plenaria si è svolta a Chieti dal 16 al 21 settembre ed è stata co-presieduta, da parte cattolica, dal cardinale Kurt Koch, presidente del Pontificio Consiglio per la promozione dell’unità dei cristiani, e da parte ortodossa dall’arcivescovo di Telmessos Job Getcha, rappresentante del Patriarcato ecumenico di Costantinopoli. «Il documento – spiega mons. Andrea Palmieri, sottosegretario del Pontificio Consiglio per la promozione dell’unità dei cristiani, in un’intervista alla Radio Vaticana – è il risultato di un lungo cammino, inaugurato con il documento cosiddetto di Ravenna, approvato nel 2007. Lì si affermava – cattolici e ortodossi insieme – la necessità di un primato nella Chiesa a livello locale, regionale e universale. Si trattava di specificare in che maniera questo primato dovesse essere esercitato. Ora, con questo documento – che ha richiesto un lungo lavoro perché tocca uno dei problemi cruciali del contenzioso tra cattolici e ortodossi – abbiamo una spiegazione di come nel Primo Millennio primato e sinodalità si articolassero. E questo modello del Primo Millennio diventa un’indicazione per poter risolvere i problemi ancora esistenti tra cattolici e ortodossi».

Il documento «Sinodalità e Primato nel Primo Millennio», afferma mons. Palmieri, «è un passo di un cammino che ancora si può prevedere lungo», «è, però, un passo importante, perché pone il Primo Millennio come indicazione, come esempio, come modello per poter risolvere i problemi ancora aperti a livello ecclesiologico. Lì troviamo i riferimenti non soltanto utili, ma necessari per poter immaginare un esercizio del primato nel contesto della sinodalità, anche in una Chiesa finalmente riconciliata». Ora, aggiunge mons. Palmieri, «il dialogo ha una base comune sulla quale poter continuare il proprio studio di quelle che possono essere le strutture che nella Chiesa possono assicurare la comunione tra tutte le Chiese di Oriente e di Occidente. Pone un riferimento comune nell’esperienza del Primo Millennio e nell’interpretazione alla quale sono convenuti cattolici e ortodossi. Questo documento apre un cammino, ma non risolve chiaramente tutte le difficoltà. Ci consente, però, di essere ottimisti per il futuro».