Vita Chiesa

Cei, mons. Galantino: «Nascerà commissione contro abusi»

«La comunione ai divorziati risposati non è un tema fondamentale del Sinodo. Il centro è far riscoprire la bellezza della realtà familiare»: così si è espresso il segretario generale della Cei, mons. Nunzio Galantino, durante la conferenza stampa, alla domanda sulla diocesi di Bolzano-Bressanone, dal cui Sinodo sono usciti orientamenti che chiedevano, tra l’altro, di poter aprire alla comunione ai divorziati risposati, oltre che il superamento del celibato per i presbiteri e il diaconato da estendere alle donne. Secondo il segretario Cei, anzitutto occorre considerare che «Bolzano è ‘una’ delle 226 diocesi italiane. Quanto emerso è successo all’interno del Sinodo diocesano: nella Chiesa non è come nelle dittature, si parla. Si è detto quello che ognuno pensava. Le posizioni vanno verificate in sede sinodale». Ha poi aggiunto: «Le posizioni emerse non sono facilmente riconducibili alla posizione ufficiale della Chiesa cattolica. Ora il Sinodo dovrà riflettere e capire, e non significa che una volta deciso, tale diocesi se ne vada ‘per conto suo’». Alla domanda sul senso della cremazione dei defunti e sulla sua liceità, ha risposto che «c’è la possibilità di farla. Se la cremazione tuttavia fosse un’espressione chiara di rifiuto della fede nella resurrezione, è evidente che chi la chiede non ha un orizzonte religioso».

Commentando la notizia che il card. Angelo Bagnasco, presidente della Cei, è stato indicato dal Consiglio permanente come «referente per la Pontificia Commissione per la tutela dei minori», mons. Nunzio Galantino ha informato oggi che «nascerà una Commissione italiana sugli abusi, in quanto dopo l’emanazione delle linee guida della Santa Sede, ogni Conferenza episcopale si dovrà dotare di un tale organismo che renda le stesse linee non opzionali». Alla richiesta se, come per la Commissione vaticana, anche in quella italiana ci sarà spazio per rappresentanti delle «vittime di abusi», il segretario generale ha risposto che «se si dovrà fare come nella Commissione vaticana con le vittime, penso che si potrà fare anche in Italia». Sotto il profilo organizzativo, ha precisato che «non tutte le diocesi hanno la possibilità di organizzare proprie strutture a salvaguardia delle vittime, pertanto la realtà cui si darà vita sarà al servizio delle Chiese locali». Ha poi aggiunto: «Sfido chiunque a dimostrarmi che altre realtà di categoria o nazionali stiano facendo quanto la Chiesa sta facendo su questo tema: riconosciuta l’esistenza di questo problema grave, gravissimo, non si dà tregua a nessuno». Ha chiuso sull’argomento parlando della diffusione della pedofilia «in tutte le categorie» e chiedendo, come esempio, cosa stanno facendo «i grandi tour operator per dissuadere dal turismo sessuale».