Vita Chiesa

«Città degli uomini. Tra Babele e Gerusalemme»

In tutti i tempi e nei luoghi più diversi l’uomo ha costruito grandi città dove frenetica si svolge la vita, soprattutto quella politica ed economica, quel’mondo di «affari» che più di ogni altro aspetto lo attrae ed interessa. Città nelle quali l’uomo vuole sempre avere «di più» e che abbellisce par dare maggiore valore alla sua potenza.

Desiderio di primeggiare e volontà di potenza si ritrovano anche nella Bibbia già nel primo dei suoi libri, la Genesi, dove si narra la storia della torre di Babele. Uomini venuti da Oriente, che parlano un’unica lingua si fermano in una vasta pianura per fondare una città, ma ciò non basta alla loro sete di potere, vogliono costruire in essa una torre la cui cima tocchi il cielo (Gn 11, 1-9). Sperano di superare in fama le altre città del tempo e anche quelle future, diventare potenti ignorando fragilità e limiti, propri di ogni creatura, per spingersi oltre l’uomo. E Dio, che posto ha in questo progetto di grandezza? I costruttori di Babele non si preoccupano di lui. Ma Dio scende sulla terra, guarda quanto hanno fatto e confonde la loro lingua tanto che essi non riescono più a capirsi, diventano sempre più estranei l’uno all’altro, retrocedono dall’armonia al caos. Da quel momento in poi nella città si sono diffusi orgoglio, frastuono, peccato, miseria, individualismo.

Se l’uomo coltiva un progetto autoreferenziale nella città, Dio da parte sua ha un sogno-progetto del tutto diverso. Egli abita, vive da sempre nella città, la consola, si coinvolge nella quotidianità dei cittadini, ne sostiene i cuori. E per essere Dio con noi, invia il Figlio che, ieri come oggi, cammina tra la gente in cerca dei peccatori, dei malati, dei poveri e degli emarginati per versare su di essi la sua misericordia come un fiume dalle acque risanatrici.

Pierre-Marie Delfieux, fondatore delle Fraternità Monastiche di Gerusalemme, intuisce questo sogno di Dio e pone nelle città un monachesimo nuovo che respira nella preghiera e nella liturgia, con e per la città, in unione con coloro che desiderano elevare a Dio preghiera di lode e di intercessione, momenti di adorazione silenziosa per riprendere il cammino tra le strade affollate. Secondo lui: «Da sempre, la città rappresenta un duplice mistero di benedizione e di male, di santità e di peccato. Positivamente rappresenta uno dei luoghi privilegiati dell’incontro dell’uomo con Dio: è abitata da lui, santificata da lui, consolata, allietata dal Signore, fedele, radiosa, santa, ricostruita, restaurata e ripopolata per grazia dell’Altissimo; accoglie il Figlio di Dio, che in essa insegnerà, istituirà l’Eucaristia, risorgerà, manderà il suo Spirito, per fondarvi la Chiesa, in attesa di tornarvi un giorno, nuovo Emmanuele, nella gloria, al fine di risiedervi per sempre fra gli uomini e condividere con loro la beatitudine dell’eterno Amore. La città è il luogo della condivisione della preghiera, dell’amore, e la Terra ultima che accoglierà nel suo seno, per sempre, il nuovo Giardino…» Per lui la città è soprattutto il luogo della contemplazione del volto di Dio nascosto nei volti dell’uomo: la più bella immagine di Dio.

Sogno-progetto che incontra quello di papa Francesco il quale sottolinea che la buona notizia che il Signore entra e vive nella città ci spinge ad uscire per le strade, andare nelle periferie e sperimentare fraternità, incontrare l’altro, accettarlo ed essere accettati.

Senza la presenza del Signore, della bellezza che egli suscita, la città è priva di un punto forte di riferimento. Essere popolo di Dio e abitare nella città vanno di pari passo.

Quando La Pira accompagnava gli ospiti illustri al piazzale Michelangelo per contemplare dall’alto la bellezza di Firenze aveva un intento preciso: far capire che attraverso le opere d’arte fatte edificare dagli uomini per immortalare la loro grandezza, si rivela sempre la bellezza che viene da Dio e i cuori dei suoi ospiti erano toccati da un sentimento nuovo, quello della gratitudine e della lode.

Carmela Grande

Il ciclo di incontri alla Badia Fiorentina (via del Proconsolo, Firenze) prevede sempre alle 18 Vespri e Messa e a seguire la conferenza. Si inizia giovedì 16 aprile con Carmelo Mezzasalma (Comunità di San Leonino) che parlerà di «Sant’Agostino. Una lettura della città». Il 23 aprile, don Luca Mazzinghi, (docente di Sacra Scrittura alla Facoltà telogica dell’Italia centrale e al Pontificio Istituto biblico) su «Cristiani nella città». Il 30 aprile, il card. Silvano Piovanelli (arcivescovo emerito di Firenze) su «Dio vive nella città». Il 7 maggio, fr. Antoine-Emmanuel (Fraternità monastica di Gerusalemme), su «La nostra sarà un’avventura di santità, o non sarà». Il 14 maggio, Giovanna Carocci (Amici di San procolo), su «I convegni di La Pira come progetto di umanesimo cristiano contemporaneo».