Vita Chiesa

Consiglio permanente Cei, card. Bassetti: «I giovani sono i nuovi poveri»

«Organizzare l’agenda» sulla «collegialità». «La comunione episcopale, con Pietro e sotto Pietro, costituisce una delle più preziose eredità del Concilio Vaticano II». A ribadirlo, citando il recente documento del Papa sul Sinodo dei vescovi, è stato il card. Gualtiero Bassetti, arcivescovo di Perugia-Città della Pieve e presidente della Cei, che ha introdotto questo pomeriggio i lavori del Consiglio permanente dei vescovi italiani, in corso a Roma fino al 26 settembre. All’orizzonte delineato da Francesco per il Sinodo, definito una manifestazione della «sollecitudine del Collegio episcopale per le necessità del popolo di Dio e la comunione fra tutte le Chiese» – ha garantito il cardinale – «si ispirano e contribuiscono anche i nostri organismi: Presidenza, Consiglio Permanente, Conferenze Episcopali Regionali, Assemblea Generale sono espressione di quella partecipazione da cui prende forma una Chiesa sinodale». Di qui l’impegno di Bassetti ad «organizzare l’agenda con il criterio di chi intende intensificare la natura collegiale della responsabilità che mi avete affidato». «Insieme vogliamo davvero diventare sempre più – secondo l’indicazione di Papa Francesco – un canale adeguato per l’evangelizzazione del mondo attuale», ha affermato il presidente della Cei.

«Riflettere e confrontarci sullo ‘stato di salute’ delle celebrazioni liturgiche nelle nostre Chiese particolari e sul singolare apporto che la liturgia offre all’evangelizzazione». Così il presidente della Cei ha riassunto l’obiettivo primario della prossima Assemblea Cei di novembre, in programma a Roma «a oltre 50 anni dalla Sacrosanctum Concilium e nell’orizzonte dischiuso da Evangelii gaudium». «La necessità di riscoprire e accogliere il dono della liturgia per la vita della Chiesa è il tema attorno a cui ruota l’Assemblea generale straordinaria della Cei di novembre», ha detto il cardinale, ringraziando «da subito» mons. Claudio Maniago, l’intera Commissione episcopale da lui presieduta e l’Ufficio liturgico nazionale della Cei «per il grande lavoro che hanno svolto in ordine alla traduzione italiana della terza edizione del Messale Romano». Dopo una prima approvazione complessiva nell’Assemblea Generale del 2012, secondo le indicazioni della Congregazione per il Culto Divino e la Disciplina dei Sacramenti, si è proceduto infatti ad un periodo di «verifica celebrativa» e a una successiva revisione dei testi, alla luce del Motu Proprio del Papa Magnum Principium, che «assegna una grande responsabilità alle Conferenze episcopali», ha fatto notare Bassetti. «In questa sessione del Cep – ha aggiunto – valuteremo insieme le modalità più adatte per la presentazione del Messale all’assise di novembre e per la sua approvazione definitiva». «L’evangelizzazione gioiosa si fa bellezza nella liturgia in mezzo all’esigenza quotidiana di far progredire il bene», ha detto il porporato citando l’Evangelii gaudium, ricordando che all’ordine del giorno del Cep che si apre oggi c’è anche l’impegno «a fare il punto sulla presenza e il servizio nelle nostre diocesi di presbiteri stranieri».

Matera e la cultura. «Come Presidenza – ha detto ancora Bassetti – abbiamo preso spunto dalla scelta di Matera quale Capitale europea della cultura – di qui la presenza di mons. Antonio Caiazzo – per riprendere un tema centrale per una Chiesa che voglia davvero porsi in uno stato permanente di missione». «Mi riferisco al rapporto fede e cultura – in cui ci introdurrà mons. Franco Giulio Brambilla – e quindi alla domanda forse inespressa che questo tempo ci consegna», ha precisato il cardinale, secondo il quale tale domanda «si esprime nel bisogno di unire profondità di analisi e capacità di sintesi per tornare a illuminare i diversi ambiti della vita quotidiana con la forza della proposta cristiana e dell’esperienza ecclesiale». Tra gli adempimenti della «tre giorni» episcopale rientra anche l’approvazione di un messaggio per la Giornata per la vita, la cui bozza verrà presentata da mons. Pietro Maria Fragnelli.

Sono i giovani, oggi, «i nuovi poveri»: «Bambini orfani di genitori vivi» e «giovani disorientati e senza regole», come li chiama il Papa nell’Amoris Laetitia. «Cercheremo di aiutarci per capire quale struttura dare per il futuro agli Orientamenti pastorali della nostra Chiesa», ha annunciato Bassetti. «Prima ancora di tentare un bilancio del decennio che volge al termine, avvertiamo l’impossibilità anche semplicemente di pensare di poter archiviare il tema educativo», il punto di partenza. «La cronaca quotidiana – ha spiegato Bassetti – ci mette a parte di innumerevoli episodi che testimoniano semmai l’urgenza di stringere ancor più un’alleanza tra le Istituzioni che sono chiamate ad accompagnare la crescita dei nostri ragazzi». Di fatto, «i giovani appaiono sempre più spesso i nuovi poveri», il grido d’allarme del presidente della Cei, che ha definito quella giovanile una «povertà esistenziale», ma anche «una povertà sociale, che li vede convivere a forza con una condizione lavorativa umiliante, che nel Sud del Paese raggiunge punte di preoccupazione allarmanti». «Davvero nel nostro Paese i tempi sociali non sono al passo con quelli dei nostri giovani, con la loro voglia di mettersi in gioco e di mostrare le loro capacità», l’analisi del cardinale, secondo il quale il Sinodo dei Vescovi, che si apre la prossima settimana e che vede il coinvolgimento di una significativa presenza italiana, «sarà l’occasione per ribadire la volontà della Chiesa di ascoltare la voce delle nuove generazioni e di proporre loro la risposta della fede in Cristo». «I pellegrinaggi che quest’estate ci hanno visto camminare insieme con i nostri ragazzi fino a culminare qui a Roma nel duplice incontro con il Santo Padre sono il segno di una vitalità che è ancora suscitabile», il bilancio di Bassetti: «Come Chiesa – ha assicurato – non solo non possiamo, non vogliamo e non dobbiamo abbandonare i giovani, ma intendiamo fare fino in fondo la nostra parte per aiutarli a divenire protagonisti della loro vita».

«Impegno rigoroso contro gli abusi ai minori». Il presidente della Cei, ha poi ribadito «l’impegno rigoroso a fare dei nostri ambienti luoghi sicuri, dove non trovi cittadinanza alcuna forma di abuso». Durante i lavori, infatti, mons. Lorenzo Ghizzoni – ha annunciato il presidente della Cei ai presenti – «ci offrirà un aggiornamento sui lavori della Commissione per la tutela dei minori e delle persone vulnerabili, costituita lo scorso anno in Cei per qualificare le Linee guida sul fronte della prevenzione e della formazione». Sempre in tema di «alleanze educative», per la Chiesa italiana «un posto privilegiato lo occupa la scuola», ha ricordato Bassetti: a partire da quanto riferirà mons. Mariano Crociata, i vescovi si confronteranno su «proposte e iniziative per sostanziare la nostra azione ecclesiale in tale ambito». In particolare il presidente della Cei ha sottoposto all’attenzione dei suoi confratelli una sentenza del Consiglio di Stato dello scorso 30 luglio, «che riconosce come legittima la richiesta di modificare in qualsiasi momento dell’anno scolastico la scelta di avvalersi dell’insegnamento della religione cattolica». «È facile immaginare come una simile opportunità possa provocare – per le motivazioni più banali – un rapido calo delle scelte di avvalersi, con un conseguente grave indebolimento della credibilità dell’Irc, che finora ha potuto contare proprio su un elevato tasso di adesione», la previsione di Bassetti.

Migranti, appello al «mondo della politica» a «non strumentalizzare le paure». «L’iniziativa che lo scorso mese ci ha visti sbloccare la situazione della Nave Diciotti ha rappresentato un momento importante, tanto nel rapporto con le Istituzioni governative quanto nella sinergia con cui ci siamo attivati per assicurare accoglienza ai profughi». È il bilancio del card. Bassetti sulle recenti emergenze in materia di migranti, in cui la Chiesa italiana ha svolto un ruolo di primo piano. «In più occasioni – ha rivelato il cardinale – in queste settimane ci siamo sentiti dire: ‘Ma che succederà con la prossima nave? Che farete?’». «Come Pastori – la risposta di Bassetti – riconosciamo di non possedere soluzioni a buon mercato, ma questo non ci impedisce di continuare a sentirci responsabili di fratelli la cui storia sofferta ci chiede senza mezzi termini di osare la solidarietà, la giustizia e la fratellanza». Per i credenti, infatti, «l’altro è non solo un essere da rispettare in virtù della sua intrinseca dignità, ma soprattutto un fratello o una sorella da amare», come ha ribadito Papa Francesco. Di qui l’appello al «mondo della politica, perché non ceda alla tentazione di strumentalizzare le paure o le oggettive difficoltà di alcuni gruppi e di servirsi di promesse illusorie per miopi interessi elettorali», ha detto il card. Bassetti sulla scorta del Papa, annunciando che «gravita in questo orizzonte di promozione della persona e della cultura dell’incontro anche la volontà di procedere alla costituzione di un Comitato che dia contenuti e gambe a un’iniziativa di riflessione e spiritualità per la pace nel Mediterraneo».

Confronto fraterno sul nome del prossimo Segretario generale. Il presidente della Cei ha poi dichiarato aperto «un tempo di confronto fraterno tra noi», a partire dalla «consultazione» del Consiglio permanente della Cei, come recita il regolamento, «in ordine alla proposta che la Presidenza sottoporrà al Santo Padre per la nomina del nuovo Segretario Generale». Alla fine del suo discorso il card. Bassetti ha rinnovato l’«apprezzamento» per quanto ha fatto il segretario generale uscente, mons. Nunzio Galantino, nominato dal Papa il 26 giugno scorso presidente dell’Apsa. «Il cammino condiviso – ha testimoniato il presidente della Cei – ci ha fatto toccare con mano l’intelligenza e lo zelo con cui egli ha portato avanti iniziative e attività: nel ringraziarlo gli auguriamo di poter affrontare con rinnovato impegno la responsabilità che gli è stata affidata in un settore estremamente delicato qual è la gestione del patrimonio economico della Sede Apostolica. Alla fiducia da parte del Santo Padre uniamo la nostra gratitudine, consapevoli di continuare a sentirci partecipi dell’unico servizio per il bene della Chiesa e della sua missione».