Vita Chiesa

Consiglio permanente della Cei, nel comunicato finale il punto sulla lotta agli abusi sui minori

Nel confronto, si legge nel comunicato finale, “i vescovi si sono soffermati, innanzitutto, sulla lettura delle grandi trasformazioni in atto, nelle quali vanno registrati segni significativi di nuove fioriture spirituali: un’esperienza ecclesiale che sul territorio si fa comunità di prossimità, capace d’intercettare ancora le domande di senso che abitano il cuore di ciascuno”. Al centro di tutto la Sacra Scrittura, con la celebrazione domenica prossima (26 gennaio), per volontà del Santo Padre, della prima “Domenica della Parola di Dio”: tutte le diocesi italiane aderiscono con entusiasmo alla proposta che intende “ravvivare la responsabilità che i credenti hanno nella conoscenza della Scrittura”. Da qui anche il ringraziamento ai sacerdoti, ai catechisti e alle famiglie, luogo privilegiato di trasmissione della fede.

A un anno dalla nascita del Servizio nazionale per la tutela dei minori e degli adulti vulnerabili nella Chiesa, il Consiglio episcopale permanente si è soffermato sull’attività svolta in questi dodici mesi. In particolare si è evidenziato che, dopo l’approvazione in Assemblea Generale (maggio 2019) e la pubblicazione delle nuove Linee Guida della Cei (giugno 2019), sono stati compiuti “passi rilevanti”. Tra questi, si legge nel comunicato finale, si è sottolineata la costituzione per ogni Regione ecclesiastica di un “Servizio regionale per la tutela dei minori e delle persone vulnerabili”, con la nomina di un vescovo incaricato per la Tutela dei minori e di un coordinatore regionale. Si sta inoltre avviando al completamento la rete dei referenti diocesani o interdiocesani, sul territorio con la conseguente costituzione di un Servizio diocesano (o interdiocesano). Entro maggio verrà comunicata l’avvenuta attivazione di questo strumento alla Nunziatura, secondo le indicazioni del Motu Proprio Vos estis lux mundi. Nel mese di marzo sono inoltre in programma tre raduni nazionali (Roma, Milano e Napoli) per incontrare i referenti diocesani e fornire indicazioni operative unitarie circa la messa in pratica delle Linee Guida e l’inizio del lavoro di prevenzione, affinché le prassi di questo organismo entrino in maniera omogenea nella pastorale ordinaria. Tutto questo si inserisce in un percorso di “rinnovamento integrale” che vede la partecipazione convinta e attiva di tutti i membri della Chiesa italiana e che si traduce in un “cambiamento autentico di sguardo, a partire dall’ascolto e dall’accoglienza delle vittime, ora poste al centro”. Intanto, il Servizio nazionale sta predisponendo strumenti operativi allegati alle Linee guida da utilizzare per l’informazione e la formazione (in vista della prevenzione) sia degli stessi referenti diocesani, sia di tutti gli altri operatori pastorali.

Nel corso dei lavori del Consiglio episcopale permanente, sono stati approfonditi contenuti e organizzazione dell’Incontro di riflessione e spiritualità per la pace nel Mediterraneo (Bari, 19-23 febbraio 2020). L’evento – dal “carattere fortemente simbolico” – riunisce 60 rappresentanti delle Chiese di 20 Paesi che si affacciano sul Mare Nostrum. La presenza del Santo Padre, domenica 23 febbraio, “rafforzerà la fraternità tra i vescovi, nella condivisione di gioie e fatiche che vivono i popoli del ‘grande lago di Tiberiade’, secondo la definizione di Giorgio La Pira”. Nel dibattito che ne ha arricchito la presentazione, si legge nel comunicato finale, “è stata condivisa l’opportunità di questa iniziativa che, secondo le parole del Cardinale presidente nell’Introduzione, ‘cade in un momento di crisi’: ‘La guerra, in più punti del Mediterraneo, è l’esito di scelte miopi e interessate, dalle quali non sono estranee nuove logiche coloniali, avanzate dalle grandi potenze’”. Per questo, è stato detto, “l’incontro impegna a recuperare le radici culturali che hanno innervato la storia del Mediterraneo e dell’Europa. Ne nasce la responsabilità di uno sguardo profetico, che aiuti a leggere questa opportunità di confronto e condivisione come ‘un piccolo segno dei tempi’, per osare la pace e fondarla sul diritto, la giustizia sociale, la riconciliazione, la salvaguardia del creato”. Le giornate di Bari – che vedono coinvolta la diocesi nel cammino di preparazione e organizzazione – saranno impostate su un approfondito e fraterno scambio su due grandi tematiche specifiche, per verificare fino a che punto ci sono visioni e valutazioni condivise per un necessario discernimento evangelico, per creare maggiori legami tra le Chiese, dando impulso all’evangelizzazione e contribuendo alla pace e alla giustizia nei diversi Paesi. L’intento è arrivare a mettere a fuoco proposte concrete e fattive.