Vita Chiesa

DOCUMENTI: VII Congregazione

Alle 16:30 di giovedì 6 ottobre è iniziata la settima Congregazione Generale della XIº Assemblea Generale Ordinaria del Sinodo dei Vescovi. Il presidente delegato di turno é stato il Cardinale Francis Arinze e hanno assistito 243 padri sinodali. Il Papa é stato presente a partire dalle 18:00. Seguono estratti di alcuni interventi: VESCOVO LUCIO ANDRICE MUANDULA, DI XAI-XAI (MOZAMBICO) “Partendo quindi dal presupposto dell’Eucaristia, fonte e culmine della vita e della missione della Chiesa, e considerando che gli attuali dati statistici ci parlano di una grande scarsità di sacerdoti nel mondo, mi viene naturale chiedere fino a che punto una comunità ecclesiale priva del Sacramento dell’Eucaristia possa arrivare a quel dinamismo di vita che le permetta di trasformarsi in una comunità missionaria, capace di portare a compimento, con gioia, il progetto missionario che il Signore Gesù stesso ci ha affidato. (…) Bisogna quindi insistere nella giusta redistribuzione dei sacerdoti nel mondo, come è già stato più volte chiesto dai padri sinodali, ed è urgente riproporre a tutta la Chiesa, in particolare ai sacerdoti, una vera spiritualità eucaristica, tutta contrassegnata dalla gratuità del sacrificio di Cristo, che si dona come pane eucaristico, perché tutti possiamo accedere alla vita nuova della grazia”. CARDINALE ANTONIO MARIA ROUCO VARELA, ARCIVESCOVO DI MADRID (SPAGNA) “Il Concilio Vaticano II ha raccolto in una bellissima sintesi teologica i frutti dottrinali e pastorali del rinnovamento liturgico, spirituale e apostolico vissuto dalla Chiesa nella prima metà del XX secolo. Successivamente bisogna affrontare l’antitesi al Concilio, costituita dalle interpretazioni radicalmente secolarizzanti del contenuto, del significato e delle forme celebrative del Sacramento Eucaristico, ‘fons et culmen totius vitae christianae’. Senza dimenticare la remora che la messa in discussione ecclesiologica della riforma liturgica da parte di piccoli gruppi ha supposto. Siamo quindi giunti al momento di una nuova sintesi dottrinale e pastorale che chiarisce e supera queste antitesi, per mezzo di un rinnovamento in chiave pasquale della dottrina, della catechesi e dell’esperienza pratica del Sacramento dell’Eucaristia, come quello in cui si attualizza il sacrificio e l’oblazione sacerdotale di Cristo; attraverso una pedagogia canonica e pastorale (…) che elimina il soggettivismo e l’arbitrarietà nelle forme della celebrazione e del culto eucaristico; e con la promozione di una spiritualità eucaristia, fondata sull’abitudine e nell’esperienza dell’adorazione del Sacramento per eccellenza, ‘il Sacramento dell’Amore degli Amori'”. CARDINALE GODFRIED DANNEELS, ARCIVESCOVO DI MECHELEN-BRUSSEL, MALINES-BRUXELLES, PRESIDENTE DELLA CONFERENZA EPISCOPALE (BELGIO). “Questo Sinodo sull’Eucaristia ha due obiettivi. Vogliamo prima di tutto riflettere e approfondire le nostre conoscenze delle ricchezze del mistero dell’Eucaristia e (…) lavorare affinché tutte queste ricchezze giungano a radicarsi in una cultura postmoderna che è (…) a prima vista, sfavorevole a tale radicamento. Eppure la nostra cultura è piena di paradossi. (…) Per l’uomo contemporaneo la percezione dell’invisibile è difficile. Eppure vi è un sicuro interesse per tutto ciò che si trova al di là dell’orizzonte, al di là del sensibile, del razionale, dell’efficacia e della produttività; l’uomo contemporaneo è oltretutto un uomo d’azione, ma in quest’uomo si nasconde anche un’immensa sete di gratuità, del dono; non ama il rito a causa della sua ripetitività e della sua monotonia, tuttavia inventa sempre i propri riti; l’escatologia cristiana sembra dimenticata e persino ingannevole, ma non vi è mai stata una simile sete di un mondo migliore e un così grande bisogno di speranza; (…) l’uomo contemporaneo vuole muoversi e le nostre liturgie spesso sono diventate molto attive, persino attivistiche. Ma dimentichiamo che in molti dei nostri contemporanei vi è una autentica sete di silenzio. Abbiamo forse mal compreso il senso della ‘actuosa participatio’ che comporta anche il silenzio davanti al mistero. Tutti questi elementi della nostra cultura portano in sé dei semi per un’evangelizzazione della nostra cultura”. ARCIVESCOVO LUCIAN MURESAN, METROPOLITA DI FAGARAS E ALBA IULIA DEI ROMENI, PRESIDENTE DELLA CONFERENZA EPISCOPALE. “In Romania, i comunisti hanno cercato di dare all’uomo soltanto il pane materiale, ed hanno voluto cacciare dalla società e dal cuore della persona umana il ‘pane di Dio’. (…) Affinché i sacerdoti non potessero più celebrare e parlare di Dio furono messi in carcere per la sola colpa di essere cattolici. La stessa sorte la hanno avuta i laici che partecipavano alle Sante Messe celebrate clandestinamente. Nel famoso periodo della “rieducazione” e del “lavaggio del cervello” nelle carceri della Romania, per prendersi gioco dei sacerdoti, per ridicolizzare l’Eucaristia e per distruggere la dignità umana, i persecutori li hanno obbligati a celebrare con degli escrementi, ma non sono riusciti a togliere loro la fede. (…) Quante umiliazioni, quando durante l’inverno a meno 30 gradi erano svestiti a pelle nuda per la perquisizione; quante giornate passate nella famosa stanza nera, come pena perché furono scoperti nella preghiera. Mai, nessuno lo saprà. Questi martiri moderni, del XXº secolo hanno offerto tutta la loro sofferenza al Signore per la dignità e la libertà umana.(…) Le speranze non mancano, e penso prima di tutto al profondo senso religioso del nostro popolo, alla profonda devozione con cui questo popolo si accosta alle celebrazioni liturgiche ed alla Eucaristia”. VESCOVO NESTOR NGOY KATAHWA, DI KOLWEZI (REP. DEMOCRATICA DEL CONGO) “In un paese come il Congo-Kinshasa, i fedeli cattolici devono essere iniziati sempre più a portare all’Altare le loro sofferenze, che sono quelle di tutto il loro popolo e che perdurano da diversi decenni. Le frustrazioni per le ingiustizie e le disuguaglianze sociali, i rancori perché si vive in estrema povertà su un suolo e sottosuolo estremamente ricchi ma scandalosamente sfruttati per il benessere degli altri, le guerre che vengono imposte e che comportano distruzione e allontanamento forzato, gli sconvolgimenti dovuti agli odi tribali ed etnici, tanto per citare solo alcuni esempi, sono tragedie che lastricano la via crucis del popolo congolese. Essendo vittima e al tempo stesso artefice della sua stessa miseria, il popolo deve essere illuminato dal mistero del Corpo sacrificato e del Sangue versato per trovarvi la grazia della conversione, la purificazione dal peccato, la sincerità della riconciliazione con Dio e con il prossimo, l’impegno per combattere il male in ogni sua forma e in ogni settore della vita pubblica e privata. Che tutto il popolo congolese, insieme con i Pastori della Chiesa, trovi nell’Eucaristia il conforto e la forza necessari, fonte e pegno dell’auspicata e attesa ripresa del paese, per imporsi il più presto possibile! Ciò grazie alla buona volontà e alla collaborazione sincera di tutti”. ARCIVESCOVO CHARLES MAUNG BO, S.D.B., DI YANGON, PRESIDENTE DELLA CONFERENZA EPISCOPALE (MYANMAR). Oltre 2.500 parrocchie nel mondo adesso hanno l’Adorazione Eucaristica Perpetua. Circa 500 nelle Filippine, negli Stati Uniti le cappelle per l’adorazione perpetua sono circa 1.100, in Irlanda intorno alle 150, nella Corea del Sud circa 70 e ancor meno in India, nello Sri Lanka e nel Myanmar. Santo Padre! Se fosse possibile istituire cappelle di adorazione perpetua in tutte le diocesi del mondo e in tutte le parrocchie possibili, che splendido risultato sarebbe per l’Anno Eucaristico. (…) E in verità: finché la Chiesa non dirà forte che Gesù nel Santissimo Sacramento deve essere oggetto di adorazione perpetua per tutto ciò che ha fatto per la nostra salvezza, continuerà ad essere sconfitta dai suoi nemici. Ritengo che il modo migliore, il più sicuro e il più efficace per stabilire la pace in eterno sulla terra sia quello di ricorrere al grande potere dell’Adorazione Perpetua del Santissimo Sacramento”.