Vita Chiesa

Diaconato: Petrolino (presidente Comunità), scelta dei poveri, solidarietà, fare rete

Negli ultimi vent’anni i diaconi italiani hanno duplicato il loro numero; è stato superato il numero di 4.380 ordinazioni e si contano attualmente oltre 1.835 candidati». «Troppo forte è ormai l’urgenza della scelta dei poveri; e non per ragioni puramente sociologiche, ma per ragioni più propriamente teologiche», avverte Petrolino. Per quanto riguarda la solidarietà, essa «tocca trasversalmente tutto il vocabolario umano, ponendosi come termine assolutamente indispensabile per un rinnovamento della nostra società». Per essere «diaconi solidali – aggiunge – dobbiamo essere capaci di ‘fare rete’», mentre la famiglia dei diaconi deve aprirsi «ad altre famiglie, alla società e alla parrocchia».

«Pensando alle situazioni più aspre e dolenti del nostro Paese», il presidente della Comunità del diaconato si chiede se «non esista anche una carità che potremmo più propriamente definire ‘politica’, quotidianamente sottoposta alle lacerazioni delle scelte difficili, alla fatica delle incomprensioni, al disturbo del porsi nel mondo come ‘segno di contraddizione’». Il terreno politico è «purtroppo il più esposto alle tentazioni disumanizzanti del potere e dell’avere», e su questo terreno si consumano quotidianamente «prevaricazioni sui singoli, sulle famiglie, su interi gruppi sociali, e gravi vessazioni spesso subite nel silenzio».

Proprio in questa prospettiva, «orientata a coniugare l’annuncio del Vangelo con la testimonianza delle opere di giustizia e di solidarietà», secondo Petrolino andrebbe meglio riscoperta «qui ed ora», la «funzione diaconale dell’impegno pubblico, funzione che deve evidenziare il servizio all’uomo nel rispetto di alcuni fondamentali valori, quali il rispetto per la dignità umana, la creazione delle condizioni concrete che consentono a tutti la partecipazione attiva alla vita sociale, il servizio a favore degli svantaggiati, l’impegno per una sempre più equa distribuzione delle risorse ed una possibilità di lavoro per tutti».