Vita Chiesa

Dialogo interreligioso: Istanbul, documento arabo-cristiano. convivenza tra fedi

«La separazione forzata tra gruppi etnici e religiosi nel mondo arabo è principalmente dovuta a una lotta interna ed esterna, politica e militare per il potere così che la religione e l’appartenenza religiosa vengono strumentalizzate per legittimare un comportamento violento». Lo scrivono i 50 rappresentanti di istituzioni religiose e accademiche provenienti da Libano, Siria, Iraq, Emirati Arabi, Giordania, Arabia Saudita, Turchia, Egitto e Danimarca nel documento finale redatto a Istanbul nel corso della conferenza di dialogo arabo-danese «Crescere insieme. Trarre beneficio dalla cooperazione pratica e affrontare le sfide sociali e politiche insieme» (11-13 novembre). Conflitti, migrazioni e «scetticismo verso l’altro» sono stati i temi affrontati. «Lo svuotamento, intenzionale o meno, della storica presenza dei cristiani dall’Oriente arabo, in conseguenza di conflitti politici, è una grave perdita per la civiltà araba e islamica», afferma il Documento diffuso oggi, ricordando il «diritto dei gruppi religiosi alla loro libera esistenza e all’esercizio dei proprio diritti come pieni cittadini». E da Istanbul, insieme alla condanna di «ogni forma di terrorismo, compreso quello camuffato con la religione» un appello alle autorità religiose, perché non si smetta di stigmatizzare il terrorismo e si continui «a parlare dell’arricchimento» che la «presenza di comunità religiose diverse può portare alla società».