Vita Chiesa

Diminuiscono i matrimoni, crescono gli «annullamenti»

di Francesca Franciolini

Il matrimonio dovrebbe essere per tutta la vita, come gli sposi giurano davanti a Dio durante la cerimonia. Purtroppo non sempre è così. Negli ultimi anni sempre più coniugi arrivano a chiedere l’annullamento del sacramento, un momento difficile e drammatico del loro percorso di vita, che deve essere accompagnato e sostenuto attraverso la preghiera dagli uomini di Chiesa.

Le cause di riconoscimento di nullità matrimoniale delle diocesi toscane sono gestite dal Tribunale Ecclesiastico Etrusco, che anche quest’anno, in occasione del «Dies Annualis» ha presentato cifre e statistiche inerenti all’attività svolta nel corso del 2007.

Il Tribunale Ecclesiastico Etrusco svolge sia la funzione di Tribunale di prima istanza (per le Diocesi della Toscana) sia quello di Tribunale di seconda istanza (per le cause provenienti dal Tribunale Ecclesiastico Piceno ed Umbro). Il numero totale delle cause in corso nell’anno 2007 è di 1069, di cui 665 per il Tribunale di prima istanza e 404 per il Tribunale di seconda istanza. Per quanto riguarda le cause di nullità del matrimonio del Tribunale di prima istanza, su 665 ne sono state concluse 223, di cui 169 con sentenza positiva e 32 con esito negativo. Nell’ambito delle cause del Tribunale di seconda istanza, delle 404 cause totali, ne sono state concluse 187, di cui 156 con decreto di ratifica (approvazione), 15 con sentenza positiva e 7 con sentenza negativa.

Interessante, ai fini di una riflessione sulle motivazioni che spingono i coniugi a richiedere la nullità del matrimonio, è l’analisi dei capi di nullità (gli impedimenti dirimenti) più ricorrenti. Nell’ambito delle sentenze di primo grado, al primo posto fra i capi di nullità si trova l’esclusione della prole, al secondo l’esclusione dell’indissolubilità e al terzo il difetto di discrezione di giudizio.

I primi due motivi sono legati alla mancanza di due dei pilastri fondamentali del sacramento del matrimonio, che i coniugi accettano quando esso viene celebrato: l’accoglienza con amore dei figli che nasceranno dalla loro unione e l’eternità del legame sacro che li unisce.  La discrezione di giudizio è invece uno dei presupposti essenziali per poter contrarre il sacro vincolo matrimoniale e presuppone la sufficiente capacità critica e volitiva, al momento della decisione, di entrambi gli sposi. Per le sentenze di secondo grado, la situazione è leggermente diversa, soprattutto nelle cause inerenti al Tribunale Ecclesiastico Umbro, dove al secondo posto si trova l’incapacità di assumere gli oneri matrimoniali.

Se le richieste di nullità del matrimonio aumentano di anno in anno, il numero di matrimoni celebrati diminuisce costantemente: in Italia nel 2007 ne sono stati celebrati solo 242.000, rispetto agli oltre 400 mila del 1970. In Toscana (fonti Istat) nel 2005 i matrimoni sono stati 14.688 di cui 7.803 religiosi e 6.885 civili. Tra questi, 2.518 rappresentavano le seconde nozze per almeno uno degli sposi. Da tenere presente che, a livello nazionale, i matrimoni religiosi costituiscono ancora il 67,6% del totale (nel 1975 erano il 91,6%).Sono dati che fanno riflettere, che rispecchiano una società diversa, nella quale forse si va perdendo il senso del matrimonio come sacramento, un giuramento d’amore di fronte a Dio e un atto di responsabilità, che lega i due coniugi per sempre.