Vita Chiesa

Diocesi di Padova: «Questione gender è complessa, va approfondita e non semplificata»

Don Celi spiega che la questione «è alquanto complessa: in essa vengono ricondotte varie teorie frutto dell’elaborazione di diverse correnti di pensiero. Non è dunque corretto esprimersi su di essa senza prima averla conosciuta nella sua totalità, così da poter discernere quanto risponde alla visione antropologica cristiana e quanto invece ad essa si oppone». Di qui l’indicazione di una serie di strumenti utili ad approfondirla e di due appuntamenti in programma. Il 4 e 5 settembre, in collaborazione con «Il Messaggero di Sant’Antonio», il convegno «In carne ed ossa. Tra corpo e spirito»; il 12 ottobre una giornata di studio sul tema: «La questione del Gender ci interpella».

Don Celi auspica al riguardo «un’educazione delle coscienze e un’apertura dell’intelligenza alla comprensione della realtà, attraverso una corretta informazione e formazione culturale». Un secondo aspetto, secondo il direttore dell’Ufficio diocesano, «merita chiarezza». Si tratta dell’affermazione «secondo cui, richiamando impropriamente il comma 16 dell’art. 1 della legge 107/2015 sulla ‘buona scuola’, si introdurrebbero surrettiziamente nel sistema scolastico italiano i principi fondativi della ‘teoria del gender’, rendendo obbligatorie, peraltro anche nelle scuole paritarie, l’adozione di testi e la diffusione di metodi educativi ad essa ispirati».

Don Celi, si legge in un comunicato della diocesi, ricorda che il ministro dell’Istruzione Stefania Giannini «ha ribadito chiaramente che ‘la «teoria del gender’ non coincide con la cultura inclusiva e solidale che viene espressa nelle linee del governo», e ha fatto riferimento alla circolare del 6 luglio 2015 del Miur «con cui si richiama il ‘corretto utilizzo degli strumenti normativi già esistenti per assicurare la massima informazione alle famiglie su tutte le attività previste dal piano dell’offerta formativa, inclusi i principi richiamati nel comma 16’». Riferimenti normativi e delucidazioni che, conclude don Celi, meritano «la massima attenzione da parte di tutti» e favoriscono «un sempre più consapevole e responsabile coinvolgimento delle famiglie nella scelta dell’indirizzo educativo per i loro figli».