Vita Chiesa

Diventare liberi amando i nemici

«Amate i vostri nemici e fate del bene a coloro che vi odiano; benedite coloro che vi maledicono, pregate per coloro che vi maltrattano…» (Lc 6,27-28)

Amare, fare del bene, dire bene, pregare, non sono verbi evangelici, ma vengono coniugati da una naturale disposizione relazionale dell’uomo. Quello che invece rende tipicamente evangelica un’azione, secondo questa parola di Gesù, è l’oggetto dell’azione stessa, cioè a chi è rivolta la mia intenzione. Qui si tratta dei nemici, di coloro che ci odiano, di coloro che ci maledicono, di quelli che ci maltrattano. La discriminante evangelica è tutta qui.Il Buon Samaritano del capitolo 10 di Luca non sarebbe stato tale se al posto di quello sconosciuto malcapitato vi fosse stato suo figlio o suo fratello, o anche soltanto un samaritano come lui, uno della sua «parrocchia»…. Egli avrebbe fatto una buona azione umana, una cosa naturale. Ma il farsi prossimo evangelico presuppone un salto della barricata, uno sconfinamento in territorio nemico, un’incursione nel campo ostile. È paradossale, ma è così: il angelo ci porta a riconoscere che noi abbiamo dei «nemici». Noi tutti facciamo molta fatica ad ammettere questo, e così rendiamo vana la parola di Gesù e ci sentiamo a posto quando tendiamo la mano ai nostri vicini.

Ma l’amore di cui parla Gesù implica una distanza da colmare, un itinerario di avvicinamento da intraprendere, una strada da fare… Infatti i due primi personaggi della parabola di Luca «passano dall’altra parte», mentre solo il Samaritano «passa accanto» e poi si «avvicina». E la compassione evangelica germoglia proprio e soltanto in quel lembo di terra, in quel frammento di tempo che intercorre fra il passare accanto e l’avvicinarsi.

Finché rimaniamo dei «buoni», che non ammettono ostilità, che non hanno difficoltà nei rapporti… in un certo modo non siamo cristiani! Il cristianesimo è infatti prima di tutto un’esperienza di verità. E Gesù ci dice che solo la verità ci farà liberi. Noi possiamo credere di non sentire nessuno come nemico – ed è una grazia che Dio ci concede – ma non possiamo essere certi di non essere percepiti e considerati come nemici da qualcuno… L’inimicizia infatti ha due fronti. La Parola di Dio è illuminante: «Il figlio insulta suo padre, la figlia si rivolta contro sua madre, la nuora contro la suocera, e i nemici dell’uomo sono quelli di casa sua» dice il profeta Michea. Anche Gesù parla di tempi come questi e si presenta come la «discriminante» dell’inimicizia: «No crediate che io sia venuto a portare la pace sulla terra; non sono venuto a portare la pace, ma una spada».

È in questo conteso quotidiano e casalingo, prima ancora che internazionale e interreligioso o interculturale, che giunge la Parola di libertà del Vangelo: amate i vostri nemici!a cura delle Clarisse di San Casciano Val di Pesa