Vita Chiesa

Dossier su sacerdoti: card. Sepe, «gravità casi denunciati, se accertati». Il documento trasmesso in Vaticano

«Al di là della competenza e al di là del fatto che, nel documento sbobinato e stampato, lasciato e sottoscritto dall’autore, non figurano nomi riconducibili alla diocesi di Napoli, resta la gravità dei casi denunciati per i quali, allorché accertati, coloro che hanno sbagliato devono pagare e devono essere aiutati a pentirsi per il male fatto». Lo dichiara il cardinale arcivescovo di Napoli, Crescenzio Sepe, in merito al fatto che ieri mattina, come si legge in un comunicato diffuso oggi dalla diocesi di Napoli, «il signor Francesco Mangiacapra ha consegnato al cancelliere della curia arcivescovile negli uffici di Largo Donnaregina, un dossier di denuncia di casi di presunta omosessualità, ritirando il cd già portato il 21 febbraio scorso, ‘per fornire invece un file con lo stesso materiale, ma disposto in maniera più ordinata’».

«L’unico elenco di nomi che io fornisco è quello di stamattina, corredato da ciò che ritengo essere delle prove», ha sottolineato ieri l’autore del dossier nella dichiarazione da lui resa e verbalizzata, sottoscritta da lui stesso, dal cancelliere e dal «notaio ad actum». Mangiacapra ha anche aggiunto che «l’elenco numerico dei nomi diffuso da alcuni organi di stampa è impreciso, perché ai nomi che effettivamente segnalo in questa sede con relativi allegati vengono ingiustamente aggiunti nomi di altri preti a loro volta menzionati nelle conversazioni allegate».

Mangiacapra poi, precisa il comunicato della diocesi partenopea, ha spiegato di essersi «rivolto alla diocesi di Napoli innanzitutto perché risiedo a Napoli e questa è la curia per me più facilmente raggiungibile, in secondo luogo per la presenza di padre Ortaglio, che ho avuto modo di conoscere ed apprezzare…».

Il card. Sepe, preso atto di detto documento, contenente chat, e tenuto conto che esso fa riferimento a diocesi diverse, fa sapere la diocesi di Napoli, «ha deciso di trasmetterlo alle competenti autorità ecclesiastiche del Vaticano per gli adempimenti ritenuti necessari».