Vita Chiesa

EBREI-CATTOLICI: GIORNATA DIALOGO IL 17 GENNAIO, «NON UCCIDERE»

Ebrei e cattolici concordano sulla sacralità della vita: da qui l’impegno a lottare insieme contro gli “atroci delitti commessi sotto il pretesto religioso, ideologico e politico” e a difendere la vita umana fino al suo “momento estremo” ripudiando il concetto di eutanasia attiva. È dedicato al sesto comandamento (quinto secondo la tradizione cattolica) “Non uccidere” il tema di riflessione per la Giornata del dialogo ebraico-cattolico che anche quest’anno si celebra il 17 gennaio, alla vigilia della Settimana di preghiera per l’unità dei cristiani. Il tema è presentato in un sussidio scritto da mons. Mansueto Bianchi, presidente della Commissione episcopale per l’ecumenismo e il dialogo, e dal rabbino Elia Enrico Richetti, presidente dell’assemblea dei rabbini d’Italia. “Mai come oggi – sottolineano mons. Bianchi e Richetti – assistiamo ad atti di inaudita violenza, che provocano morte e distruzione, suscitando orrore e condanna. Le aspirazioni e i principi civili dei popoli concordano con le grandi tradizioni religiose del mondo nell’affermare il primato della vita umana, ma nonostante ciò a volte atroci delitti sono commessi sotto il pretesto religioso, ideologico o politico”. Ma c’è un altro fronte che, secondo i rappresentanti religiosi, si apre nell’azione di difesa e promozione del valore della vita umana ed è quello delle “nuove scoperte della scienza e della tecnica”.Se, da una parte, queste scoperte scientifiche “permettono di migliorare la qualità della vita in modo sempre più profondo ed efficace”, dall’altra, “possono venire purtroppo applicate anche al di fuori o contro i diritti umani fondamentali. Rimane pertanto attuale l’appello etico primario che invoca il rispetto e la tutela dell’esistenza di ciascun essere umano nella sua vita concreta, singola e individuale, un appello che è egualmente espresso dai testi sacri del popolo ebraico e dalla dottrina della Chiesa cattolica, cui fa eco anche l’insegnamento dell’islam”. Nella presentazione i due rappresentanti religiosi ricordano lo stralcio di una dichiarazione comune diffusa nel 2006: “Per il fatto che la vita è un dono divino da rispettare e preservare, noi ripudiamo decisamente l’idea di un dominio umano sulla vita, e del diritto di decidere del suo valore o della sua durata da parte di qualsiasi persona o gruppo umano. Conseguentemente ripudiamo il concetto di eutanasia attiva (il cosiddetto mercy killing) in quanto illegittima pretesa dell’uomo sull’esclusiva autorità divina nel determinare il momento della morte della persona umana”. Alle rispettive comunità di credenti Bianchi e Richetti chiedono di annunciare “insieme al mondo, mediante la loro fraternità e la loro testimonianza, la permanente validità universale della parola di Dio ‘Non uccidere!’”. (Sir)