Vita Chiesa

Ecumenismo: Hilarion (Mosca), «Uniatismo resta ferita sanguinante»

L’incontro si è aperto lunedì scorso ad Amman (Giordania) e si concluderà il 23 settembre. Nell’intervista il metropolita russo ripercorre gli oltre 30 anni di lavoro della commissione e i documenti congiunti pubblicati in questi anni, tra cui il documento firmato nel 1993 a Balamand su “L’uniatismo come un metodo di unità del passato e la ricerca della piena unità nel presente”. “Purtroppo – ha aggiunto – questo documento, pur buono da un punto di vista teorico, non ha potuto risolvere i problemi nel rapporto tra ortodossi e greco-cattolici”, tanto che “l’aggravamento dei rapporti tra ortodossi e cattolici, avvenuto proprio in quel periodo, ha interrotto a lungo il lavoro della Commissione Mista, che è stato ripreso solo nel 2006”. 

Il rappresentante del Patriarcato di Mosca ritiene “importante che la Commissione riconsideri il tema dell’uniatismo, la cui discussione è rimasta incompiuta nel 2000, a causa delle forti divergenze tra le parti circa le conseguenze pastorali e canoniche dell’unione”. I lavori della Commissione hanno come oggetto l’esame di una bozza di documento, dal titolo “Sinodalità e Primato”, in cui – sottolinea Hilarion – “tra cattolici e ortodossi ci sono molte differenze”. “A nostro parere – fa sapere il rappresentante del Patriarcato di Mosca -, il risultato di questa riunione della Commissione mista dovrebbe essere non l’adozione di un documento di compromesso, ma piuttosto l’onesta e teologicamente corretta identificazione delle differenze tra la dottrina del primato e della sinodalità nelle due tradizioni, ortodossa e cattolica, e la ricerca delle cose comuni che possono essere la base per un ulteriore dialogo in futuro”. Nell’intervista, Hilarion sottolinea come l’incontro della Commissione mista si tiene in Medio Oriente, in un paese che confina, tra l’altro, con l’Iraq e la Siria. E quindi sentenzia: “Mentre noi discutiamo le nostre differenze teologiche, migliaia di cristiani – ortodossi, cattolici, protestanti – spargono il loro sangue per la fede in Cristo”. Un pensiero particolare viene poi rivolto al metropolita di Aleppo Paul, rapito un anno e mezzo fa, che era membro della Commissione, e al metropolita Mar Gregorios Ibrahim.