Vita Chiesa

Ecumenismo, a Massa una chiesa per gli ortodossi rumeni

di Renato Bruschi«Il cuore ha le sue ragioni che la ragione non conosce». Potremo sintetizzare così, con un pensiero di Pascal, l’esperienza ecumenica che da alcuni mesi sta vivendo la Diocesi di Massa Carrara – Pontremoli. L’ecumenismo dal basso, l’ecumenismo che procede per accoglienza e aiuto reciproco, e che trova nei gesti concreti dell’ospitalità la sua effettiva espressione.

Sulla scia di questo stile inaugurato dal Vaticano II, la parrocchia della Cattedrale, con lungimiranza, ha messo a disposizione della comunità ortodossa rumena la chiesa di San Giovanni Decollatto, che si trova in pieno centro storico, e dove la domenica non viene celebrato il culto cattolico.

Già durante lo scorso anno questo edificio è stato un punto di riferimento per i rumeni residenti sul territorio apuano e versiliese. Il prete ortodosso p. Sorin, parroco a Genova, più volte è venuto a Massa per la celebrazione di battesimi, matrimoni e funerali, ma anche per presiedere la preghiera liturgica domenicale.

La comunità rumena è assai diffusa nelle zona apuana sia interna che litoranea: badanti e colf sono impegnate a tempo pieno nell’assistenza degli anziani; in crescita muratori e operai che danno un apporto notevole alla manodopera locale. Sotto il profilo strettamente ecclesiale, come ci racconta il parroco della Cattedrale don Luca Franceschini che tra l’altro è archimandrita e delegato diocesano per l’ecumenismo, «i rapporti con le chiese ortodosse hanno radici lontane, sono il risultato di anni di cooperazione e disponibilità alla conoscenza reciproca. Ma sotto l’aspetto umano queste relazioni corrispondo a nomi e cognomi, a volti e storie ben precise».

Il primo grande incontro ecumenico risale infatti al 1991 quando l’allora vescovo monsignor Bruno Tommasi accolse in Cattedrale l’archimandrita p. Eythimios. Fu un avvenimento speciale, un piccolo seme che ha permesso oggi di raccogliere tanti frutti. Negli anni successivi i legami con gli ortodossi e con le chiese orientali cattoliche si sono rafforzati, al punto che alcuni loro seminaristi sono stati accolti a Massa per apprendere meglio la lingua italiana.

Con la chiesa ortodossa russa di Firenze e soprattutto quella greca l’ufficio diocesano per l’ecumenismo ha coltivato negli anni rapporti di autentica fratellanza e amicizia mettendo a disposizione dei fedeli ortodossi e dei loro pastori diverse chiese e cappelle per la celebrazione dei sacramenti.

«I fedeli cattolici della parrocchia della Cattedrale – racconta don Luca – hanno accettato di buon grado la presenza di rumeni a San Giovanni. Del resto già conoscevano tramite me sia i riti sia le diverse confessioni cristiane e perciò è apparso naturale offrire accoglienza e disponibilità».

L’amicizia con gli ortodossi si è così consolidata che il vescovo mons. Eugenio Binini ha offerto una casa a monsignor Siluan, vescovo ausiliare della Diocesi rumena dell’Europa occidentale e incaricato per l’Italia. Una casa di proprietà della Diocesi che si trova nelle campagne vicino alla città e che diventerà la «nuova» abitazione del Vescovo e al contempo un «piccolo monastero» per tre monaci che vivono con lui.

Don Franceschini ci confida che «mons. Siluan è rimasto colpito dall’ospitalità italiana e ha detto che questa testimonianza aiuterà a lenire tante tensioni presenti ancora in terra rumena». Anche il cammino ecumenico con la Chiesa evangelica metodista ha avuto un itinerario di crescita nel dialogo e nella collaborazione. Era il 1995 quando il «pastore» e il «delegato per l’ecumenismo» si incontrarono in maniera informale; l’anno successivo iniziavano i primi accenni di dialogo tra le due comunità finché nel gennaio del 1997 nel duomo di Carrara per la prima volta nella storia apuana protestanti e cattolici si trovarono insieme per pregare.

Benché la maggioranza dei fedeli cattolici ancora ignori le grandi istanze ecumeniche e probabilmente giungano nelle loro case più le parole accorate di Giovanni Paolo II che l’eco degli eventi locali, in questi anni sono stati fatti passi da gigante che incoraggiano a continuare nella direzione intrapresa.

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