Vita Chiesa

Ecumenismo: al monastero di Bose chiese in dialogo sulla pace

«Occorre intraprendere un itinerario – dice padre Enzo Bianchi, Priore di Bose e presidente del comitato scientifico – per discernere le radici della violenza e offrire le ragioni di un’autentica educazione alla pace, nell’ospitalità del diverso, nell’operosità della riconciliazione, nella fatica del perdono». In oltre vent’anni d’ininterrotta attività, il Convegno di spiritualità ortodossa promosso dal monastero di Bose è diventato un punto di riferimento internazionale per il dialogo ecumenico e lo studio della tradizione spirituale dell’oriente cristiano, che include l’Europea orientale, l’Ucraina, la Russia e il Medio Oriente. Quest’anno studiosi e ricercatori provenienti da tutto il mondo, operatori ecumenici e rappresentanti delle diverse confessioni desiderano «porsi in ascolto del vangelo della pace, che chiede ai cristiani di essere un fermento di riconciliazione e di pace tra le donne e gli uomini contemporanei».

Particolarmente ricca la presenza dei delegati delle Chiese. Partecipano ai lavori rappresentanti del Patriarcato ecumenico e del patriarcato di Mosca. Hanno aderito anche delegati delle Chiese ortodosse ucraina, bielorussa, serba, romena, bulgara. Presenti, inoltre, i rappresentanti della Chiesa di Cipro, di Grecia, d’America e di Antiochia. Per la Chiesa Cattolica seguiranno i lavori alcuni vescovi di diocesi italiane tra cui monsignor Mansueto Bianchi di Pistoia, presidente della Commissione ecumenismo e dialogo della Cei, nonché l’arcivescovo Antonio Mennini, nunzio apostolico nel Regno Unito. «I cristiani nel mondo sono chiamati a un’esistenza di riconciliati – si legge nel comunicato che presenta l’iniziativa -, per tradurre la novità della pace cristiana nell’oggi della storia».