Vita Chiesa

Facoltà Teologica, Viganò (Ctv): pettegolezzo digitale è «arma comunicativa»

«Con l’avvento dei media digitali, e in particolare con lo sviluppo dei social media, le logiche di propagazione dei ‘rumors’ – ha osservato – subiscono una trasformazione. La smaterializzazione dei supporti implica non solo un accesso potenzialmente continuo alle pratiche comunicative, ma esaspera i tratti dell’anonimato giungendo a una capacità di amplificazione in grado di contagiare un numero enorme di persone». Perché la comunicazione virale di quello che, un tempo, era chiamato «pettegolezzo» suscita interesse? «Il motivo – è la risposta di Viganò – è da ricercare nelle funzioni sociali e soggettive che i ‘rumors’ svolgono. Tra queste il senso concreto di partecipazione al gruppo e la riduzione della dissonanza cognitiva contribuiscono alla disgrazia del nemico o alla celebrazione di una persona verso cui si ha stima».

«Inoltre – ha aggiunto – i ‘rumors’ vengono spesso utilizzati come forma efficace di contropotere, come una modalità per contribuire a rompere o incrinare segreti che coprono affari o fenomeni illeciti; infine, anche semplicemente come strumenti di illusione, perché possono trasformare i desideri e i sogni in realtà». Un esempio? Il travisamento delle parole di Benedetto XVI pronunciate durante il volo di andata del viaggio in Africa, a proposito di Aids e preservativi, quando «il ‘rumor’ – ha ricordato il docente – è stato attivato dal quotidiano britannico ‘The Guardian’, che non aveva alcun giornalista a bordo, ma che ha fatto scrivere l’articolo da un giornalista di Londra il quale, dopo aver riassunto brevemente le parole del Papa, ha puntato tutto sul passaggio ‘al contrario aumentano il problema’». «In questo caso il ‘rumor’ è stato utilizzato come una vera e propria arma comunicativa», ha osservato Viganò, come pure «altro esempio di uso strategico dei ‘rumors’ finalizzato alla destabilizzazione potrebbe essere rappresentato da Vatileaks. Al di là di quanto emerso pubblicamente, ci si domanda infatti se tale proliferazione di chiacchiericcio non sia stata architettata ad arte per consentire a dei soggetti di assumere un ruolo di potere nella gestioni della relazioni e dei rapporti con il Papa»