Vita Chiesa

«Famiglie separate cristiane». Divisi, ma dentro la Chiesa

di Francesca LippiIn Italia ogni anno, ci sono circa 60.000 separazioni, in molti casi in clima di grave disaccordo, con notevoli problemi per i figli e con più di ottantamila bambini coinvolti. In dieci anni il problema della separazione ha coinvolto oltre un milione di persone. Nel nostro Paese in caso di separazione, il 93% dei genitori affidatari è la madre. I padri, generalmente, perdono il contatto con i figli.

L’Associazione «Famiglie Separate Cristiane» è sorta a Milano nel 1998. Alcuni soci e socie appartenenti a varie associazioni laiche di separati hanno fondato, pur continuando a fare parte delle associazioni di origine, una nuova associazione di ispirazione cristiana. L’Associazione (iscritta al Forum nazionale delle associazioni familiari) conta qualche migliaio di iscritti, raccolti in 28 gruppi, sparsi in tutt’Italia, ma in prevalenza a Roma e Milano. «Famiglie Separate Cristiane» raggruppa padri e madri separati, convinti che per la crescita e per l’educazione dei figli sia necessaria la presenza di entrambi i genitori, separati ma pur sempre genitori. Per contro si propone, sul piano prettamente pastorale, di aiutare coloro che si trovano in difficoltà a causa della separazione. È possibile contattare l’Associazione al numero telefonico 02-6554736. Questo numero risponde alle richieste d’aiuto dei neo separati mettendo a disposizione competenze legali e psicologiche.

Gli obiettiviGli obiettivi che l’Associazione si prefigge possono essere così sintetizzati:• dare vita a gruppi di accoglienza ed ascolto della parola di Dio nelle diverse diocesi italiane• riconoscimento della pari importanza della funzione educativa di entrambi i genitori• una nuova legge sulla separazione• fare udire, portare all’interno della Chiesa, la voce, le problematiche, soprattutto la sofferenza delle famiglie separate• contribuire a responsabilizzare padri e madri, a volte genitori assenteisti o possessivi, atteggiamenti entrambi antitetici al principio della bigenitorialità I ProgettiOltre ai normali raduni annuali nelle varie città, alle manifestazioni, agli incontri di preghiera, ai gruppi di sostegno e ai centri di ascolto per le persone separate, al numero telefonico di soccorso, l’Associazione ha in progetto l’apertura di nuove sedi, anche in Toscana, per questo cerca nuovi contatti con persone che abbiano questo tipo di problema. La prima sede nella nostra regione dovrebbe essere a Firenze. Cosa fa l’associazioneAccoglienza. È il momento più importante: quello dell’ascolto di coppie in difficoltà con un servizio di prima assistenza, di «primo impatto», che ricopre tutte le varie aree di cui hanno bisogno le coppie che si trovano in tale situazione: assistenza legale, psicologica, di mediazione familiare, di ricerca di alloggio per il coniuge «sfrattato» dalla casa coniugale, ecc.. Tale servizio si avvale dell’opera di volontariato di separati, ma anche di avvocati, psicologi, mediatori familiari. Inoltre ogni gruppo di condivisione ed ascolto della parola di Dio come prima cosa si preoccupa di accogliere le personeS.O.S. separati: telefono S.O.S con funzioni analoghe.

Accordo di separazione: lungi dal voler banalizzare il problema e soprattutto proporre la separazione come un fatto normale e non traumatico per i figli, si ritiene che definendo tutti i punti nel dettaglio, si possa diminuire la conflittualità, per meglio tutelare i figli nella separazione. L’accordo è corredato da una serie di consigli per i genitori separandi.

Incontri e conferenze monotematiche, con la partecipazione di professionisti sia del settore legale che di quello psicologico.

Proposta di legge: è stata elaborata una proposta di legge nel campo della separazione e, più in generale, del diritto di famiglia.

Mass media: l’associazione collabora con la stampa e la radiotelevisione per favorire la diffusione della nuova cultura sull’importanza della bigenitorialità nell’educazione dei figli, che non sia penalizzata da pregiudizi culturali.

Tribunali: si è dato vita ad una serie di incontri coi presidenti dei tribunali nelle varie città in cui opera l’Associazione, per cercare che sia tutelato al meglio, nei Tribunali, il concetto di bigenitorialità. Materiale documentario: l’associazione si è attivata, inoltre, per raccogliere e catalogare materiale bibliografico e giurisprudenziale nel campo della separazione e delle problematiche ad essa connesse. «Separarsi è lacerante: parlando con un prete mi sono sentito accolto» L’ingegnere Ernesto Emanuele, separato, ha tre figli ormai grandi, due di loro vivono con lui. È presidente dell’Associazione famiglie separate cristiane.

Com’è stata la sua separazione?

«Molto dolorosa. Ho vissuto una situazione lacerante, perché da cattolico credevo nell’indissolubilità del matrimonio, ma quest’esperienza così traumatica mi ha fatto comprendere ancora di più il significato profondo dell’unione di un uomo e una donna davanti a Dio».

Come è stato accolto dalla Chiesa, nella sua nuova condizione di separato?

«Inizialmente con qualche difficoltà, poi ho incontrato mons. Bonetti, ho avuto con lui un colloquio lungo, durato più di due ore e per la prima volta mi sono sentito davvero accolto».

Qual è il problema più grosso per i separati?

«L’essere genitori. Ai padri è impedito a volte di vedere i propri figli e quindi di educarli, le madri iperpossessive e affidatarie, non tollerano la loro intrusione. Le donne separate, invece, hanno il problema opposto, i loro ex coniugi sono irresponsabili e non si occupano dei figli, sono padri latitanti».