Vita Chiesa

Festa blasfema Arci Gay: Diaco (Acli Bologna), «non ignorare questa deriva»

“È ora di finirla – sottolinea Diaco – con l’idea del cattolico che deve tacere e porgere l’altra guancia. Non si può più ignorare questa deriva”. Diaco rileva poi che “non si applica, in questo caso, il principio del circolo privato, in cui i soci possono fare ciò che vogliono ‘a casa loro’”, dal momento che “questo tipo di autonomia termina laddove vengono utilizzati soldi pubblici”, “sottratti agli anziani, ai disabili, ai poveri, alle famiglie, ai veri emarginati di una città come Bologna, che è sempre stata la prima, in Italia, a portare avanti in modo molto concreto le battaglie per i diritti delle persone omosessuali”.

“Ci auguriamo, di fronte alle vere emergenze del nostro tempo, ovvero le nuove povertà, i padri di famiglia che hanno perso il lavoro, i giovani disoccupati e che non riescono a inserirsi nel mercato del lavoro, i piccoli imprenditori schiacciati dalla crisi, gli anziani sempre più poveri e soli, che le risorse messe a disposizione per simili manifestazioni di non-cultura – conclude – possano essere finalmente impiegate per una società più giusta e per restituire dignità a chi l’ha persa”.