Vita Chiesa

Firenze 2015: tre testimonianze davanti al Papa

Una vita di stenti e povertà, appena arrivato nel capoluogo toscano, poi l’accoglienza da parte di don Giancarlo Setti nella chiesa di san Gervasio, l’avvicinamento alla fede, il battesimo, il diploma e la laurea prima di entrare in seminario. Oggi, dice don Bledar, «sono parroco di Santa Maria a Campi, una comunità vivace e generosa dove non manca il lavoro pastorale e quello spirituale». Al Papa un «grazie di cuore» per il suo viaggio in Albania. «Ha incoraggiato non solo la Chiesa ma l’intero Paese a volare alto come le aquile». «Diventare cristiani è una gioia, ma anche un impegno che comporta fatica, un cammino continuo che non ha fine e troverà pace solamente il giorno in cui potremo vedere il volto di Gesù», ha detto Francesca Masserelli, della provincia di Torino, non battezzata da bambina e che dopo tre anni di catecumenato ha ricevuto i sacramenti, insieme alla sua bambina, nella Pasqua del 2015. «Il Signore ci ha chiamati a restituire a nostra volta ciò che quel samaritano un giorno ha fatto per noi. Osiamo così sperare che le nostre ferite divenute feritoie di luce, possano contribuire a generare un nuovo umanesimo», hanno detto Pierluigi e Gabriella Proietti, sposati dopo il riconoscimento di nullità dei loro precedenti matrimoni. Da diversi anni operano entrambi nel Centro di formazione e pastorale familiare Betania, a Roma, che sostiene e accompagna le coppie ferite.