Vita Chiesa

Focolari: Maria Voce (presidente), il coraggio di essere uomini e donne di dialogo

All’Assemblea hanno partecipato 494 membri di 137 nazioni del mondo tra cui persone di altre Chiese cristiane, religioni e di convinzioni non religiose. «Il Papa – ha raccontato Maria Voce ai giornalisti – ha salutato con amore speciale i membri delle altre Chiese e quelli senza una fede religiosa». Ad uno di questi ultimi ha avuto anche la delicatezza di non chiedergli «Preghi per me» ma di trasformare la sua richiesta in un più universale «Pensi a me». A quel punto la persona interpellata dal Papa ha risposto: «Ma io prego per lei». «Sicuramente – ha detto Maria Voce – si tratterà di una preghiera laica». I focolarini sono consapevoli che oggi la via del dialogo non è una «via gratuita» che «non costa fatica – dice Maria Voce ricordando le parole di papa Francesco – ma una via «faticosa» soprattutto in un tempo di tensioni e rischio terrorismo come quello attuale. «Per noi significa – ha detto Maria Voce – guardarci intorno e dire ‘questo è mio fratello, questa è mia sorella’ che devo rispettare e creare un rapporto».

Ed ha aggiunto: «vale di più costruire rapporti di amore vero che non fare grandi programmi di pace o di denuncia che seppur servono, non risolvono i problemi quanto il rapporto con le persone». Poi la condanna dura la terrorismo di radice religiosa. «Non si può – dice Maria Voce – fare violenza in nome di Dio. È un comportamento che condanniamo. Ma non condanniamo le persone perché pensiamo che chi agisce in questo modo, è strumentalizzato e vittima del suo stesso pensiero. Per questo diciamo che è importante seminare l’amore nel cuore delle persone». «Non si può rinunciare al dialogo – ha aggiunto Jesus Moran Capedano – perché è l’unica via oggi da percorrere. Il dialogo concepisce la diversità sempre come un dono. Non è ingenuità. È piuttosto coraggio mentre le altre strade sono solo scorciatoie».