Vita Chiesa

Francesco, Angelus: «Preghiamo perché i mafiosi si convertano»

“Questa mattina ho fatto la mia prima visita in una parrocchia della diocesi di Roma. Ringrazio il Signore e vi chiedo di pregare per il mio servizio pastorale a questa Chiesa, che ha la missione di presiedere alla carità universale”. Così ha esordito all’Angelus Papa Francesco da piazza San Pietro, dopo la visita alla parrocchia dei Santi Elisabetta e Zaccaria a Prima Porta. Ricordando la solennità della Santissima Trinità, il Pontefice ha puntualizzato: “Riconosciamo che Dio non è qualcosa di vago, il nostro Dio non è un Dio spray, è concreto, non è astratto, ma ha un nome: ‘Dio è amore’. Non un amore sentimentale, emotivo, ma l’amore del Padre che è all’origine di ogni vita, l’amore del Figlio che muore sulla croce e risorge, l’amore dello Spirito che rinnova l’uomo e il mondo”. “Pensare che Dio è amore – ha proseguito a braccio – ci fa tanto bene, perché ci insegna ad amare, a donarci agli altri come Gesù si è donato a noi e cammina con noi nella strada della vita”. Dunque, “la Santissima Trinità non è il prodotto di ragionamenti umani; è il volto con cui Dio stesso si è rivelato, non dall’alto di una cattedra, ma camminando con l’umanità”. È Gesù, ha osservato il Papa a braccio, “che ci ha rivelato il Padre e ci ha promesso lo Spirito Santo”.

“Dio ha camminato con il suo popolo nella storia del popolo d’Israele – ha sottolineato Francesco – e Gesù di Nazareth ha camminato sempre con noi e ci ha promesso lo Spirito Santo che è fuoco, che ci insegna tutto quello che non sappiamo, che dentro di noi ci guida, ci dà delle buone idee e delle buone ispirazioni”. Oggi “lodiamo Dio non per un particolare mistero, ma per Lui stesso, ‘per la sua gloria immensa’”. Lo lodiamo e lo ringraziamo “perché è Amore, e perché ci chiama ad entrare nell’abbraccio della sua comunione, che è la vita eterna”. Il Pontefice ha quindi esortato ad affidare “la nostra lode alle mani della Vergine Maria. Lei, la più umile tra le creature, grazie a Cristo è già arrivata alla meta del pellegrinaggio terreno: è già nella gloria della Trinità. Per questo Maria, nostra madre, risplende per noi come segno di sicura speranza. È la madre della speranza nel nostro cammino e anche della consolazione e ci accompagna nel cammino”.

“Ieri, a Palermo, è stato proclamato beato don Giuseppe Puglisi, sacerdote e martire, ucciso dalla mafia nel 1993. Don Puglisi è stato un sacerdote esemplare, dedito specialmente alla pastorale giovanile. Educando i ragazzi secondo il Vangelo li sottraeva alla malavita, e così questa ha cercato di sconfiggerlo uccidendolo”, ha detto, Papa Francesco, dopo la recita dell’Angelus. In realtà, ha osservato il Pontefice, “è lui che ha vinto, con Cristo Risorto”. “Io penso – ha aggiunto a braccio il Santo Padre – a tanti dolori di uomini e di donne, anche di bambini, che sono sfruttati da tante mafie, che sfruttano loro facendogli fare il lavoro che li rende schiavi, con la prostituzione, con tante pressioni sociali. Dietro questi sfruttamenti e dietro queste schiavitù ci sono mafie”. Di qui l’invito forte di Francesco: “Preghiamo il Signore perché converta il cuore di queste persone. Non possono fare questo, non possono fare dei nostri fratelli degli schiavi. Dobbiamo pregare il Signore. Preghiamo perché questi mafiosi e queste mafiose si convertano a Dio. E lodiamo Dio per la sua luminosa testimonianza, e facciamo tesoro del suo esempio!”.

Salutando i pellegrini presenti, le famiglie, i gruppi parrocchiali venuti da Italia, Spagna, Francia e tanti altri Paesi, il Papa ha rivolto un pensiero in particolare all’Associazione nazionale San Paolo degli Oratori e dei Circoli giovanili, nata 50 anni fa al servizio dei giovani. “San Filippo Neri, che oggi ricordiamo, e il beato Giuseppe Puglisi – è stato l’auspicio del Pontefice – sostengano il vostro impegno. Saluto il gruppo di cattolici cinesi qui presenti, che si sono riuniti a Roma per pregare per la Chiesa in Cina, invocando l’intercessione di Maria Ausiliatrice”. Un pensiero del Santo Padre anche “a quanti promuovono la ‘Giornata del Sollievo’, in favore dei malati che vivono il tratto finale del loro cammino terreno”; come pure all’“Associazione italiana sclerosi multipla. Grazie per il vostro impegno!”. E infine Francesco, dopo il saluto all’Associazione nazionale Arma di cavalleria e ai fedeli di Fiumicello, presso Padova, ha augurato la “buona domenica a tutti e buon pranzo!”.