Vita Chiesa

Francesco, Regina caeli: «Niente chiacchiere, invidie e gelosie»

Ma «quando il cristianesimo, che per volere di Gesù è destinato a tutti i popoli, si apre all’ambito culturale greco, viene a mancare questa omogeneità e sorgono le prime difficoltà». In quel momento «serpeggia il malcontento, ci sono lamentele, corrono voci di favoritismi e disparità di trattamento». Questo, ha sottolineato il Pontefice, «succede anche nelle nostre parrocchie! L’aiuto della comunità alle persone disagiate – vedove, orfani e poveri in genere -, sembra privilegiare i cristiani di estrazione ebraica rispetto agli altri». Ma «davanti a questo conflitto, gli Apostoli prendono in mano la situazione: convocano una riunione allargata anche ai discepoli, discutono insieme la questione. Tutti». I problemi infatti «non si risolvono facendo finta che non esistano! Ed è bello – ha sottolineato il Santo Padre – questo confronto schietto tra i pastori e gli altri fedeli».

Si arriva dunque «a una suddivisione dei compiti». Gli Apostoli fanno «una proposta» accolta da tutti: «Loro si dedicheranno alla preghiera e al ministero della Parola, mentre sette uomini, i diaconi, provvederanno al servizio delle mense per i poveri». Questi sette sono scelti «in quanto uomini onesti e di buona reputazione, pieni di Spirito Santo e di sapienza; e sono costituiti nel loro servizio mediante l’imposizione delle mani da parte degli Apostoli». E così «da quel malcontento, da quella lamentela, da quelle voci di favoritismo e disparità di trattamento, si arriva ad una soluzione». Dunque, «confrontandoci, discutendo e pregando, così si risolvono i conflitti nella Chiesa. Confrontandoci, discutendo e pregando. Con la certezza che le chiacchiere, le invidie, le gelosie non potranno mai portarci alla concordia, all’armonia o alla pace. Anche lì è stato lo Spirito Santo a coronare questa intesa e questo ci fa capire che quando noi lasciamo allo Spirito Santo la guida, Egli ci porta all’armonia, alla unità e al rispetto dei diversi doni e talenti». «Avete capito bene? Niente chiacchiere, niente invidie, niente gelosie! Capito?», ha domandato il Papa, che ha concluso: «La Vergine Maria ci aiuti ad essere docili allo Spirito Santo, perché sappiamo stimarci a vicenda e convergere sempre più profondamente nella fede e nella carità, tenendo il cuore aperto alle necessità dei fratelli».

«Gravi inondazioni hanno devastato ampie zone dei Balcani, soprattutto in Serbia e Bosnia». Lo ha ricordato, ieri mattina, Papa Francesco dopo la recita del Regina Cæli. «Mentre affido al Signore le vittime di tale calamità – ha affermato -, esprimo la mia personale vicinanza a quanti stanno vivendo ore di angoscia e di tribolazione. Preghiamo insieme la Madonna per questi fratelli e sorelle, che sono in tante difficoltà». Dopo la recita dell’Ave Maria, il Pontefice è idealmente volato in Romania, dove sabato, a Iaºi, «è stato proclamato beato il vescovo Anton Durcovici, martire della fede. pastore zelante e coraggioso, fu perseguitato dal regime comunista rumeno e morì in carcere, morì di fame e sete, nel 1951. Insieme con i fedeli di Iaºi e di tutta la Romania, rendiamo grazie a Dio per questo esempio!». Al momento dei saluti ai pellegrini, il Santo Padre ha voluto incoraggiare «le associazioni di volontariato venute per la Giornata del malato oncologico». «Prego per voi, per i malati e le famiglie», ha assicurato Papa Francesco, chiedendo a sua volta: «E voi pregate per me!».