Vita Chiesa

Francesco: «Sacrosanctum Concilium, ancora molto da fare»

La Sacrosanctum Concilium e gli ulteriori sviluppi del Magistero, ha evidenziato il Pontefice, «ci hanno fatto maggiormente comprendere la liturgia alla luce della divina Rivelazione, quale ‘esercizio della funzione sacerdotale di Gesù Cristo’, nella quale ‘il culto pubblico integrale è esercitato dal corpo mistico di Gesù Cristo, cioè dal capo e dalle sue membra’». Cristo «si rivela come il vero protagonista di ogni celebrazione, ed Egli ‘associa sempre a sé la Chiesa, sua sposa amatissima, la quale lo invoca come suo Signore e per mezzo di lui rende culto all’eterno Padre’. Questa azione, che ha luogo per la potenza dello Spirito Santo, possiede una profonda forza creatrice capace di attrarre in sé ogni uomo e, in qualche modo, l’intera creazione».

«Celebrare il vero culto spirituale – ha spiegato il Santo Padre – vuol dire offrire sé stessi come sacrificio vivente, santo e gradito a Dio. Una liturgia che fosse staccata dal culto spirituale rischierebbe di svuotarsi, di decadere dall’originalità cristiana in un senso sacrale generico, quasi magico, e in un vuoto estetismo». Essendo azione di Cristo, «la liturgia spinge dal suo interno a rivestirsi dei sentimenti di Cristo, e in questo dinamismo la realtà tutta viene trasfigurata». Il Papa ha poi ripreso le parole di Benedetto XVI al Seminario Romano nel 2012: «Il nostro vivere quotidiano nel nostro corpo, nelle piccole cose, dovrebbe essere ispirato, profuso, immerso nella realtà divina, dovrebbe diventare azione insieme con Dio». Per Francesco, «al rendimento di grazie a Dio per quanto è stato possibile compiere, è necessario unire una rinnovata volontà di andare avanti nel cammino indicato dai Padri conciliari, perché rimane ancora molto da fare per una corretta e completa assimilazione della Costituzione sulla Sacra Liturgia da parte dei battezzati e delle comunità ecclesiali. Mi riferisco in particolare all’impegno per una solida e organica iniziazione e formazione liturgica, tanto dei fedeli laici quanto del clero e delle persone consacrate».