Vita Chiesa

Francesco a vescovi Zimbabwe: «Guidare verso unità e risanamento»

Il Pontefice, nel discorso consegnato ai presuli, ha ricordato il grande contributo offerto dalla Chiesa cattolica al Paese prima e dopo l’indipendenza e si è soffermato sulla crisi «spirituale e morale» che lo Zimbabwe sta attraversando, anche alla luce della lettera pastorale dei vescovi del 2007, «Dio ascolta il grido degli oppressi». I cristiani, ha sottolineato il Santo Padre, «si trovano su ogni fronte del conflitto». Di qui, l’invito ai presuli a «guidare ognuno con grande dolcezza verso l’unità e il risanamento». Il vostro, ha affermato Francesco, è «un popolo di bianchi e neri, qualche ricco ma tanti poveri, di numerosi tribù». I cristiani, ha precisato, «fanno parte di tutti i partiti politici e alcuni rivestono posizioni di autorità». Tuttavia, tutti insieme «hanno bisogno di conversione e guarigione».

La Chiesa locale, ha aggiunto il Papa riprendendo l’«Africae Munus» di Benedetto XVI, dimostri che «la riconciliazione non è un atto isolato ma un lungo processo grazie al quale ciascuno si vede ristabilito nell’amore, un amore che guarisce attraverso l’azione della Parola di Dio». Certo, ha fatto notare il Pontefice, molte persone nello Zimbabwe «hanno raggiunto il limite umano e non sanno a chi rivolgersi». Di qui l’esortazione ai vescovi a incoraggiare i fedeli, nella convinzione che il Signore non mancherà di ascoltare il pianto dei poveri. Nella parte conclusiva del suo discorso, il Santo Padre ha rivolto l’attenzione a sacerdoti, catechisti e laici ponendo l’accento sull’importanza di una buona formazione. Infine, un pensiero alla preparazione e alla guida dei giovani cattolici che desiderano il matrimonio cristiano, affinché possano attingere alla «ricchezza degli insegnamenti morali della Chiesa sulla vita e l’amore» così da trovare «la vera felicità nella libertà come madri e padri».