Vita Chiesa

Francesco a vescovi spagnoli: Chiesa in stato di missione permanente

Fin dall’inizio del suo discorso, in cui ha ricordato il centenario della nascita di Santa Teresa del Bambin Gesù, «prima donna dottore della Chiesa», il Papa ha denunciato «la dura esperienza dell’indifferenza di molti battezzati» di fronte ad «una cultura mondana che rinchiude Dio nella vita privata e lo esclude dall’ambito pubblico», e ha chiesto ai vescovi di far crescere la fede attraverso «un annuncio coraggioso e vero del Vangelo», fatto di «esempio, educazione e vicinanza» nella «vigna del Signore», da cui «nessuno può esser escluso». In particolare, Papa Francesco ha esortato i vescovi spagnoli a «fare sforzi per aprire nuove strade al Vangelo, che raggiungano il cuore di tutti, affinché scoprano ciò che è già annidato dentro: Cristo come amico e fratello».

«Risvegliare e ravvivare una fede sincera favorisce la preparazione al matrimonio e l’accompagnamento delle famiglie, la cui vocazione è essere un luogo nativo di convivenza nell’amore». Ne è convinto il Papa, che nel discorso rivolto ai vescovi spagnoli ha definito la famiglia «cellula originaria della società», luogo di «trasmissione di vita» e «Chiesa domestica dove si forgia e si vive la fede». «Una famiglia evangelizzata è un agente importante di evangelizzazione», ha detto il Papa, «soprattutto se irradia le meraviglie che Dio ha operato in lei». Grazie alla sua «generosità» naturale, inoltre, la famiglia per Papa Francesco promuove «la nascita di vocazioni alla sequela del Signore, nel sacerdozio o nella vita consacrata». Il Papa ha raccomandato, inoltre, di «prestare una particolare attenzione al processo di iniziazione alla vita cristiana», perché «la fede non è una mera eredità culturale, ma un dono che nasce dall’incontro personale con Gesù». Tutto ciò, ha spiegato il Pontefice, «richiede un annuncio incessante e un’animazione costante, affinché il credente sia coerente con la condizione di figlio di Dio che ha ricevuto con il battesimo».

La pastorale vocazionale «è un aspetto che un vescovo deve mettere nel suo cuore come assolutamente prioritario», da sostenere con la «preghiera» e impegnandosi «nella selezione dei candidati» al sacerdozio, per i quali bisogna garantire «una équipe di buoni formatori e di insegnanti competenti». Ad additare questa priorità ai vescovi spagnoli è stato il Papa, che ha incoraggiato i presuli a proseguire nel cammino già avviato con il documento «Vocazioni sacerdotali per il XXI secolo». Altro segno di apprezzamento verso i vescovi spagnoli è quello rivolto alle Caritas locali, che «hanno guadagnato un grande riconoscimento, da parte di credenti e non credenti», e possono essere per il Papa «un’occasione per avvicinarsi alla fonte della carità», che è Cristo. «La Chiesa, che è madre, non può mai dimenticare i suoi figli più svantaggiati», ha concluso il Papa, esortando i vescovi spagnoli ad «andare avanti con speranza», ma impegnandosi per «il rinnovamento spirituale e missionario» delle loro chiese particolari, «come fratelli e pastori dei vostri fedeli, ed anche di coloro che non lo sono, o lo hanno dimenticato».