Vita Chiesa

Francesco ai Carmelitani: «Ossequio, preghiera e missione»

Rispetto al primo elemento, il Pontefice osserva: «In un mondo che spesso misconosce Cristo e, di fatto, lo rifiuta, voi siete invitati ad accostarvi e ad aderire sempre più profondamente a Lui». È «una continua chiamata a seguire Cristo e ad essere conformati a Lui. Questo è di vitale importanza nel nostro mondo così disorientato», «perché quando la sua fiamma si spegne anche tutte le altre luci finiscono per perdere il loro vigore». Cristo, chiarisce il Santo Padre, «è presente nella vostra fraternità, nella liturgia comunitaria e nel ministero affidatovi: rinnovategli l’ossequio di tutta la vostra vita». Riflettendo sul secondo elemento, Francesco ha ricordato: «I Santi carmelitani sono stati grandi predicatori e maestri di preghiera. Questo è ciò che ancora una volta si richiede al Carmelo del ventunesimo secolo».

Un carmelitano senza la vita contemplativa è «un corpo morto», ha sostenuto il Papa. «Il nostro mondo – ha aggiunto – è frantumato in molti modi; il contemplativo invece torna all’unità e costituisce un forte richiamo all’unità. Ora più che mai è il momento di riscoprire il sentiero interiore dell’amore attraverso la preghiera e offrire alla gente di oggi nella testimonianza della contemplazione, come pure nella predicazione e nella missione non inutili scorciatoie, ma quella sapienza che emerge dal meditare ‘giorno e notte nella Legge del Signore’, Parola che sempre conduce presso la Croce gloriosa di Cristo». E, unita alla contemplazione, «l’austerità di vita, che non è un aspetto secondario della vostra vita e della vostra testimonianza». Infine, quella dei Carmelitani «è la stessa missione di Gesù. Ogni pianificazione, ogni confronto sarebbero poco utili, se il Capitolo non realizzasse anzitutto un cammino di vero rinnovamento». La Famiglia Carmelitana ha conosciuto «una meravigliosa ‘primavera’, in tutto il mondo, quale frutto, donato da Dio, dell’impegno missionario del passato». Oggi «la missione pone talvolta ardue sfide, perché il messaggio evangelico non è sempre accolto e talvolta viene addirittura respinto con violenza», ma, «anche se veniamo gettati in acque torbide e sconosciute, Colui che ci chiama alla missione ci dà anche il coraggio e la forza di attuarla».