Vita Chiesa

Francesco ai vescovi austriaci: «Essere Chiesa significa uscire»

Il Papa ha subito parlato ai vescovi della «fase difficile» attraversata dalla Chiese austriaca in seguito al «calo della quota dei cattolici rispetto alla popolazione totale in Austria che ha varie cause e che continua oramai da più decenni. Tale evoluzione – ha però subito aggiunto il Santo Padre – non deve trovarci inerti, anzi, deve incentivare i nostri sforzi per la nuova evangelizzazione che è sempre necessaria». Ed ha aggiunto: «Non dobbiamo soltanto amministrare ciò che abbiamo ottenuto e che è a disposizione, il campo di Dio deve essere lavorato e coltivato continuamente affinché porti frutto anche in futuro». Il Papa ha indicato ai vescovi austriaci la famiglia come «un campo importante del nostro operare». «Essa – ha detto – si colloca al cuore della Chiesa evangelizzatrice».

«Il fondamento su cui si può sviluppare una vita familiare armoniosa – ha detto il Papa – è soprattutto la fedeltà matrimoniale. Purtroppo, nel nostro tempo vediamo che la famiglia e il matrimonio, nei Paesi del mondo occidentale, subiscono una crisi interiore profonda». È il contesto «postmoderno» a rendere «molto più difficile lo sviluppo e la stabilità dei legami tra le persone» ed è proprio qui che «si apre un nuovo campo missionario per la Chiesa». Perché «la famiglia è – ha detto il Papa – un luogo privilegiato per l’evangelizzazione e per la trasmissione vitale della fede. Facciamo tutto il possibile affinché nelle nostre famiglie si preghi e venga sperimentata e trasmessa la fede come parte integrante della vita quotidiana».

Altro «campo» affrontato dal Papa nel suo discorso ai presuli austriaci è la parrocchia. «I sacerdoti, i parroci dovrebbero rendersi sempre consapevoli che il loro compito di governare è un servizio profondamente spirituale. È sempre il parroco a guidare la comunità parrocchiale, contando allo stesso tempo sull’aiuto e sul contributo valido dei vari collaboratori e di tutti i fedeli laici». A proposito dei «molti che sono in ricerca, anche se non lo ammettono», ha ricordato che «la chiamata di Dio ci può raggiungere nella catena di montaggio e in ufficio, nel supermercato, nella tromba delle scale, cioè nei luoghi della vita quotidiana».