Vita Chiesa

Francesco alla Rai: tenere alto il livello etico della comunicazione

“Il fare memoria di un passato ricco di conquiste – ha detto il Papa – ci chiama a un rinnovato senso di responsabilità per l’oggi e per il domani. A tutti voi che siete qui presenti – ha quindi aggiunto – ricordo che la vostra professione, oltre che informativa, è formativa, è un servizio pubblico, cioè un servizio al bene comune. Tutte le professionalità che fanno parte della Rai, dirigenti, giornalisti, artisti, impiegati, tecnici e maestranze sanno di appartenere ad un’azienda che produce cultura ed educazione, che offre informazione e spettacolo, raggiungendo in ogni momento della giornata una gran parte di italiani. È una responsabilità a cui chi è titolare del servizio pubblico non può per nessun motivo abdicare”. Il Papa ha rivolto quindi un invito: “La qualità etica della comunicazione – ha detto – è frutto, in ultima analisi, di coscienze attente, non superficiali, sempre rispettose delle persone, sia di quelle che sono oggetto di informazione, sia dei destinatari del messaggio. Ciascuno, nel proprio ruolo e con la propria responsabilità, è chiamato a vigilare per tenere alto il livello etico della comunicazione”.

Nel suo discorso Papa Francesco ha ripercorso tutte le tappe più significative del rapporto di “collaborazione” tra il servizio pubblico della Rai e la Chiesa cattolica mediante la Radio Vaticana e il Centro televisivo vaticano. Grazie a questa collaborazione “sia sul versante della radio, sia su quello della televisione, il popolo italiano ha sempre potuto accedere alle parole e, successivamente, alle immagini del Papa e degli eventi della Chiesa, in Italia”.

Il Papa ha quindi passato in rassegna “sia gli eventi straordinari sia quelli ordinari” ripresi dalla Rai, dal Concilio Vaticano II, alle elezioni dei Pontefici, o ai funerali del beato Giovanni Paolo II. Ma anche i tanti avvenimenti del Giubileo del 2000, le diverse celebrazioni, come pure le visite pastorali del Papa in Italia. Ha ripercorso nel suo intervento anche i passi di crescita compiuti dall’azienda Rai e le produzioni di carattere religioso come i film “Francesco” di Liliana Cavani, nel 1966, e gli “Atti degli Apostoli” di Roberto Rossellini, realizzato nel 1969, con la collaborazione del padre Carlo Maria Martini. Ed ha commentato: “La Rai dunque, anche con molte altre iniziative, è stata testimone dei processi di cambiamento della società italiana nelle sue rapide trasformazioni, e ha contribuito in maniera speciale al processo di unificazione linguistico-culturale dell’Italia”.