Vita Chiesa

Francesco: dal 9 al 14 marzo gli esercizi spirituali ad Ariccia

Alle ore 16 di domenica 9 marzo – informa la Prefettura della Casa Pontificia – il Papa prenderà il pullman insieme ai vescovi e ai cardinali, dal piazzale Petriano di fronte all’Aula Paolo VI. Alle 16.45 è previsto l’arrivo e la sistemazione presso la Casa Divin Maestro; alle 18 i vespri, la meditazione introduttiva e l’adorazione eucaristica, seguite alle 19.30 dalla cena. Tutte le meditazioni della settimana di esercizi in preparazione alla Pasqua saranno tenute da monsignor Angelo De Donatis, parroco di san Marco Evangelista al Campidoglio.

Molto intensa la giornata-tipo degli esercizi, a cui sono stati invitati i capi dicastero della Curia Romana con i loro vice: si comincia alle 7.30 con la concelebrazione eucaristica, seguita dalla colazione alle 8.30 e dalla meditazione alle 9.30. Il pranzo è alle 12.30, mentre la meditazione pomeridiana è fissata alle 16. Alle 18 i vespri e l’adorazione eucaristica e alle 19.30 la cena. Unica «variazione» allo schema-tipo delle giornate che i prelati passeranno ai Castelli Romani, la giornata di venerdì 14: alle 7.30 la concelebrazione eucaristia, alle 8.30 la colazione seguita alle 9.30 dalla meditazione. Alle 10.30, è prevista la partenza e il rientro in Vaticano, sempre a bordo del pullman.

«Chi fa questi esercizi ricava tanto più frutto quanto più si distacca da anici, conoscenti e da ogni preoccupazione materiale». È quanto si legge nella ventesima annotazione agli esercizi spirituali di Sant’Ignazio di Loyola, il cui schema seguiranno ad Ariccia il Papa, i vescovi e i cardinali di Curia. Nel testo il fondatore dei gesuiti scende nel dettagli delle motivazioni e dei consigli pratici: «Per esempio – suggerisce – può cambiare la casa in cui dimora e trasferirsi in un’altra casa o in un’altra camera, per abitarvi con il maggior raccoglimento possibile; così gli sarà facile partecipare ogni giorno alla messa e ai vespri, senza timore di esser disturbato dai conoscenti». Da questo «isolamento», per S. Ignazio, derivano «fra molti altri» tre vantaggi principali: «Primo: chi si distacca da molti amici e conoscenti, e anche da molte occupazioni non bene ordinate, per servire e lodare Dio nostro Signore, acquista un grande merito davanti alla divina Maestà».

Secondo: «Chi sta così appartato, non avendo la mente distratta da molte cose, ma ponendo tutta l’attenzione in una sola, cioè nel servire il Creatore e nel giovare alla propria anima, può impegnare più liberamente le sue facoltà naturali per cerare con diligenza quello che tanto desidera». Terzo: «quanto più un’anima si trova sola e appartata, tanto più diventa capace di di avvicinarsi e di unirsi al suo Creatore e Signore; e quanto più gli si unisce, tanto più si dispone a ricevere grazie e doni dalla somma e divina bontà». Nel materiale messo a disposizione dalla Prefettura della Casa Pontificia, figurano anche le indicazioni di Paolo VI sugli esercizi. Che insieme alla penitenza «ci ricordano continuamente questo dovere e questo bisogno di riforma: di rinvigorire cioè in noi la grazia di Dio, di vigilare sulla nostra fragilità, di deplorare le nostre mancanze, di riconfermare i nostri propositi, di riparare cioè ogni anno, ogni giorno, ogni ora la nostra inguaribile caducità, e di rimettere le nostre anime in condizioni sempre nuove».