Vita Chiesa

Francesco, enciclica «Lumen fidei»: la fede non è una fiaba

«Nella cultura contemporanea – la denuncia del Papa – si tende spesso ad accettare come verità solo quella della tecnologia: è vero ciò che l’uomo riesce a costruire e misurare con la sua scienza, vero perché funziona, e così rende più comoda e agevole la vita. Questa sembra oggi l’unica verità certa, l’unica condivisibile con gli altri, l’unica su cui si può discutere e impegnarsi insieme». Dall’altra parte, ci sono «le verità del singolo, che consistono nell’essere autentici davanti a quello che ognuno sente nel suo interno, valide solo per l’individuo e che non possono essere proposte agli altri con la pretesa di servire il bene comune». (segue)

 «La verità grande, la verità che spiega l’insieme della vita personale e sociale, è guardata con sospetto», prosegue il Papa, secondo il quale in questo modo «rimane solo un relativismo in cui la domanda sulla verità di tutto, che è in fondo anche la domanda su Dio, non interessa più». Papa Francesco stigmatizza questo atteggiamento, e lo definisce «un grande oblio nel nostro mondo contemporaneo». «La domanda sulla verità – spiega infatti – è una questione di memoria, di memoria profonda, perché si rivolge a qualcosa che ci precede e, in questo modo, può riuscire a unirci oltre il nostro io piccolo e limitato». «Con il cuore si crede», afferma il Papa citando san Paolo e ricordando che «il cuore nella Bibbia, è il centro dell’uomo, dove s’intrecciano tutte le sue dimensioni: il corpo e lo spirito; l’interiorità della persona e la sua apertura al mondo e agli altri; l’intelletto, il volere, l’affettività. Se il core è capace di tenere insieme queste dimensioni, è perché è il luogo dove ci apriamo alla verità e all’amore e lasciamo che ci tocchino e ci trasformino nel profondo». La fede, cioè, «trasforma la persona intera, in quanto essa si apre all’amore», e «la comprensione della fede è quella che nasce quando riceviamo il grande amore di Dio che ci trasforma interiormente e ci dona occhi nuovi per vedere la realtà».