Vita Chiesa

Francesco, messaggio pace: globalizzazione della solidarietà per sconfiggere schiavitù

Nel testo il Pontefice ricorda «i tanti lavoratori e lavoratrici, anche minori, asserviti nei diversi settori, dal lavoro domestico a quello agricolo, da quello nell’industria manifatturiera a quello minerario, tanto nei Paesi in cui la legislazione del lavoro non è conforme alle norme e agli standard minimi internazionali, quanto, sia pure illegalmente, in quelli la cui legislazione tutela il lavoratore». Schiavi moderni sono anche «molti migranti che, nel loro drammatico tragitto, soffrono la fame, vengono privati della libertà, spogliati dei loro beni o abusati fisicamente e sessualmente. Penso a quelli tra di loro che, giunti a destinazione dopo un viaggio durissimo e dominato dalla paura e dall’insicurezza, sono detenuti in condizioni a volte disumane.

Nel messaggio il Papa ricorda anche quei migranti che «le diverse circostanze sociali, politiche ed economiche spingono alla clandestinità, e quelli che, per rimanere nella legalità, accettano di vivere e lavorare in condizioni indegne, specie quando le legislazioni nazionali creano o consentono una dipendenza strutturale del lavoratore migrante rispetto al datore di lavoro, ad esempio condizionando la legalità del soggiorno al contratto di lavoro».

Gli esempi richiamati da Papa Francesco annoverano «le persone costrette a prostituirsi, tra cui ci sono molti minori, ed alle schiave e agli schiavi sessuali; alle donne forzate a sposarsi, a quelle vendute in vista del matrimonio o a quelle trasmesse in successione ad un familiare alla morte del marito senza che abbiano il diritto di dare o non dare il proprio consenso», come anche quei «minori e adulti, oggetto di traffico e di mercimonio per l’espianto di organi, arruolati come soldati, per l’accattonaggio, per attività illegali come la produzione o vendita di stupefacenti, o per forme mascherate di adozione internazionale, i rapiti e tenuti in cattività da gruppi terroristici, asserviti ai loro scopi come combattenti o, soprattutto per quanto riguarda le ragazze e le donne, come schiave sessuali. Tanti di loro spariscono, alcuni vengono venduti più volte, seviziati, mutilati, o uccisi».

Per sconfiggere la schiavitù Papa Francesco invoca «un impegno comune e la globalizzazione della solidarietà». Per il Pontefice è necessario «un triplice impegno a livello istituzionale di prevenzione, di protezione delle vittime e di azione giudiziaria nei confronti dei responsabili» cui deve unirsi «uno sforzo comune e altrettanto globale da parte dei diversi attori che compongono la società». In particolare delle donne, delle imprese e dei consumatori chiamati a scegliere tra «prodotti che potrebbero ragionevolmente essere stati realizzati attraverso lo sfruttamento di altre persone».

«Sono necessarie – scrive il Pontefice – leggi giuste, incentrate sulla persona umana, che difendano i suoi diritti fondamentali e li ripristinino se violati, riabilitando chi è vittima e assicurandone l’incolumità, nonché meccanismi efficaci di controllo della corretta applicazione di tali norme, che non lascino spazio alla corruzione e all’impunità».

«Lancio un pressante appello – conclude Francesco – a tutti gli uomini e le donne di buona volontà, e a tutti coloro che, da vicino o da lontano, anche ai più alti livelli delle istituzioni, sono testimoni della piaga della schiavitù contemporanea, di non rendersi complici di questo male, di non voltare lo sguardo di fronte alle sofferenze dei loro fratelli e sorelle in umanità, privati della libertà e della dignità».

Il testo integrale del messaggio del Papa per la Giornata della pace 2015