Vita Chiesa

Francesco, udienza:« La vita eterna comincia già qua». Appello per le suore rapite in Siria

«Il corpo di ciascuno di noi è risonanza di eternità, quindi va sempre rispettato; e soprattutto va rispettata e amata la vita di quanti soffrono, perché sentano la vicinanza del Regno di Dio, di quella condizione di vita eterna verso la quale camminiamo». Lo ha detto il Papa che nella catechesi dell’udienza generale di oggi è tornato sul tema della resurrezione, soffermandosi sul rapporto tra la nostra resurrezione e quella di Cristo.

La resurrezione dei corpi «non è una bugia», ha spiegato il Papa fuori testo: «Siamo in cammino verso la Resurrezione, e questa è la nostra gioia», ha concluso a braccio: «Trovare Gesù, incontrare Gesù, tutti insieme, non in piazza, ma da un’altra parte, gioiosi con Gesù, e questo è il nostro destino». «Voi credete che Gesù è vicino?», ha chiesto Papa Francesco ai fedeli, nel suo ormai consueto dialogo: «Credete o non credete?», ha incalzato, ricevendo un «sì» dalla folla. «Se è vero – ha proseguito – pensate che ci lasci morire e non ci resusciti? No, lui ci aspetta, perché Lui è Risorto, la forza della sua resurrezione ci resuscita in tutti i momenti».

«Già in questa vita abbiamo in noi una partecipazione alla Risurrezione di Cristo», ha ricordato il Papa, che ha poi affermato: «Se è vero che Gesù ci risusciterà alla fine dei tempi, è anche vero che, per un certo aspetto, con Lui già siamo risuscitati». «La vita eterna comincia già in questo momento», ha detto il Papa a braccio, «in tutta la vita camminiamo verso la resurrezione finale». Mediante il battesimo, infatti, «siamo inseriti nella morte e risurrezione di Cristo: in attesa dell’ultimo giorno, abbiamo in noi stessi un seme di risurrezione, quale anticipo della risurrezione piena che riceveremo in eredità». Che cosa significa risuscitare? La resurrezione, ha risposto il Papa, «avverrà nell’ultimo giorno, alla fine del mondo, ad opera della onnipotenza di Dio, il quale restituirà la vita al nostro corpo, in forza della risurrezione di Gesù». «Noi abbiamo speranza nella resurrezione perché Lui ci ha aperto la porta», ha aggiunto il Papa a braccio, ricordando che «questa trasformazione, questa trasfigurazione del nostro corpo viene preparata in questa vita dall’incontro con Gesù nei sacramenti, specialmente l’Eucaristia». «Come Gesù è risorto con il suo proprio corpo, ma non è ritornato a una vita terrena – le parole del Papa – così noi risorgeremo con i nostri corpi che saranno trasfigurati in corpi gloriosi, corpi spirituali».

«Ricordiamolo sempre: siamo discepoli di Colui che è venuto, viene ogni giorno e verrà alla fine. Se riuscissimo ad avere più presente questa realtà, saremmo meno affaticati dal quotidiano, meno prigionieri dell’effimero e più disposti a camminare con cuore misericordioso sulla via della salvezza». Con queste parole il Papa ha spiegato che «la nostra risurrezione è strettamente legata alla risurrezione di Gesù». Una verità, questa, «non semplice e tutt’altro che ovvia, perché, vivendo immersi in questo mondo, non è facile comprendere le realtà future». Ma «il Vangelo ci illumina»: «Gesù è venuto tra noi, si è fatto uomo come noi in tutto, eccetto il peccato, ci ha presi con sé nel suo cammino di ritorno al Padre. Egli, il Verbo incarnato, morto per noi e risorto, dona ai suoi discepoli lo Spirito Santo come caparra della piena comunione nel suo Regno glorioso, che attendiamo vigilanti». «Questa attesa è la fonte e la ragione della nostra speranza», ha assicurato il Papa: «Una speranza che, se coltivata e custodita, diventa luce per illuminare la nostra storia personale e comunitaria».

«Desidero ora invitare tutti a pregare per le monache del Monastero greco-ortodosso di Santa Tecla a Ma’lula, in Siria, che due giorni fa sono state portate via con la forza da uomini armati». È l’appello rivolto oggi dal Papa, al termine dei saluti ai fedeli di lingua italiana che come di consueto concludono l’udienza del mercoledì. «Preghiamo per queste sorelle e per tutte le persone sequestrate a causa del conflitto in corso», ha proseguito il Papa: «Continuiamo a pregare e a operare insieme per la pace», ha esortato prima di recitare con i fedeli l’Ave Maria.

«In questi primi giorni d’Avvento rivolgiamoci alla Vergine Immacolata con la fiduciosa preghiera». È l’invito del Papa che, salutando i fedeli di lingua italiana, ha indicato in Maria «il modello del nostro cammino incontro al Cristo che viene tra noi». Ricordando la figura di san Francesco Saverio, patrono delle Missioni – memoria liturgica di ieri – Papa Francesco ha sottolineato «l’impegno di ciascuno nell’annunciare il Vangelo» e ha chiesto ai giovani di essere «coraggiosi testimoni» della loro fede. Tra i saluti particolari, quello alle forze dell’Ordine e agli studenti.