Vita Chiesa

Funerale Casamonica: mons. Bregantini, «guardare con maggiore realismo il territorio»

«La Chiesa di Roma – spiega – ha l’occasione di comprendere che il suo territorio non è privilegiato, non è migliore di altri. La mafia, la ‘ndrangheta, la camorra sono realtà terribili ma presenti in tutta l’Italia. E rendersene conto è la prima cosa da fare». Secondo l’arcivescovo quanto accaduto rappresenta un’occasione per «riflettere anche su cosa significhi ‘abitare il territorio’: a mio avviso, essere sentinelle, stare in guardia, sapere chi abita le case della propria diocesi. Conoscere il territorio è fondamentale per viverlo, per abitarlo, cambiarlo».

Il parroco di Roma, sostiene Bregantini, «credo abbia fatto bene a celebrare i funerali. Anche se io per primo soffro con lui e con tutta la Chiesa di Roma per quanto accaduto. Anche a me in Calabria capitò un caso analogo. I mafiosi usano funerali e processioni in modo violento, per affermare se stessi, imporre la propria forza. In questo senso la Chiesa calabrese, molto ha sofferto e ora ha molto da insegnare alle altre Chiese. Sono uscite nuove direttive e questa sofferenza può essere oggi utile a in particolare a Roma, che forse fino a l’altro ieri non pensava di dover vivere la medesima difficoltà». Quanto accaduto, aggiunge l’arcivescovo, «può aiutare a purificarci. Anche la Chiesa necessita di purificazione». E sul fatto che la Chiesa di Roma negò i funerali a Welby e ora li ha concessi a Casamonica, Bregantini chiosa: «Dico soltanto che oggi come allora possiamo imparare a stare con maggiore umiltà di fronte al dramma di ogni uomo».