Vita Chiesa

GIORNATA RINGRAZIAMENTO 2008: MESSAGGIO CEI, «MORALMENTE INACCETTABILE FAR MORIRE DI FAME»

“Con i mezzi di cui oggi l’umanità dispone, è moralmente inaccettabile che vi siano ancora migliaia di persone che muoiono di fame, restando insoddisfatto il loro bisogno primario di accesso al cibo”. E’ la forte denuncia che emerge dal Messaggio per la Giornata del Ringraziamento che si celebra il 9 novembre 2008, reso noto oggi dalla Commissione episcopale per i problemi sociali e il lavoro, la giustizia e la pace. Il messaggio, che porta la data dell’11 luglio, Festa di San Benedetto abate, patrono d’Europa, è intitolato “Ho avuto fame e mi avete dato da mangiare” (Mt 25,35). “Il dialogo dell’uomo con Dio passa anche attraverso la richiesta di un bene primario come il pane”, si legge nel testo. La Giornata del Ringraziamento – spiegano i vescovi – è “un’occasione di riflessione per contribuire alla realizzazione della pace attraverso la giustizia, con particolare riferimento alla destinazione universale delle risorse alimentari”. Il richiamo dei vescovi mette l’accento soprattutto sul fenomeno della “crescita incontrollata dei prezzi dei prodotti alimentari”: “L’umanità – affermano – sta vivendo una crisi alimentare non più limitata, come nel passato, a poche aree del pianeta, ma tendenzialmente estesa anche a quelle popolazioni da tempo considerate immuni da tale rischio”. Tra le cause della crisi alimentare i vescovi elencano “mutamenti climatici”, “aumento della domanda di cereali e mangimi da parte di Paesi emergenti, minore investimento di cereali per alimentazione a beneficio di produzioni per biocarburanti, crescita del prezzo e speculazioni finanziarie sul petrolio e sulle derrate alimentari”. “Questa situazione – affermano – determina una redistribuzione del reddito tanto più odiosa, quanto più penalizzante per i Paesi poveri”. E’ quindi necessario “lavorare per trovare gli strumenti idonei per risolvere questa situazione di ingiustizia”, attraverso “la via della disponibilità alla condivisione come strada maestra per risolvere nella giustizia il problema alimentare”. “Lo sviluppo dell’agricoltura e l’attenzione al mondo rurale – aggiungono – devono essere ben presenti a quanti sono chiamati a compiere scelte politiche di lungo respiro”. A partire dalla cosiddetta “sovranità alimentare” e dal “primario diritto al cibo” i vescovi incoraggiano perciò tutti istituzioni e associazioni, singoli e comunità, a “contribuire alla soluzione di questo problema, rafforzando il ruolo dei piccoli coltivatori nei Paesi in via di sviluppo, incoraggiando i mercati locali e regionali, denunciando le politiche monopolistiche delle grandi industrie agro-alimentari e infine promuovendo il benessere della famiglia rurale e in particolare delle donne”.Sir