Vita Chiesa

GIOVANNI PAOLO II: MESSAGGIO PER LA QUARESIMA, GLI ANZIANI SONO UNO SPECIALE DONO DIVINO

“Giungere all’età matura, nella visione biblica, è segno di benedicente benevolenza dell’Altissimo. La longevità appare così uno speciale dono divino”: con queste parole Giovanni Paolo II spiega la scelta del tema “Lui è la tua vita e la tua longevità (Dt 30,20)” per il Messaggio per la Quaresima 2005, presentato oggi presso la Sala stampa vaticana. Un invito ad “approfondire la consapevolezza del ruolo che gli anziani sono chiamati a svolgere nella società e nella Chiesa, e a disporre l’animo all’amorevole accoglienza che ad essi va sempre riservata”. “Nell’odierna società – afferma il Santo Padre – anche grazie al contributo della scienza e della medicina, si assiste ad un allungamento della vita umana e a un conseguente incremento del numero degli anziani”. Ciò “postula un’attenzione più specifica al mondo della cosiddetta ‘terza età’, per aiutarne i componenti a vivere appieno le loro potenzialità, ponendole al servizio dell’intera comunità”. La vita dell’uomo “è un dono prezioso da amare e difendere in ogni sua fase” anche quando “l’indebolimento delle forze riduce l’essere umano nelle sue capacità di autonomia”. “Se l’invecchiamento – prosegue Giovanni Paolo II – viene accolto serenamente nella luce della fede, può diventare occasione preziosa per meglio comprendere il mistero della Croce, che dà senso pieno all’umana esistenza”. L’anziano “ha bisogno di essere compreso e aiutato in questa prospettiva”; “occorre far crescere nell’opinione pubblica la consapevolezza che gli anziani costituiscono in ogni caso una risorsa da valorizzare”. “Vanno pertanto potenziati – chiede il Papa – i sostegni economici e le iniziative legislative che permettano loro di non essere esclusi dalla vita sociale”. “Il maggior tempo disponibile in questo tempo dell’esistenza – scrive il Santo Padre nel Messaggio per la Quaresima 2005 “Lui è la tua vita e la tua longevità (Dt30,20)”, presentato oggi presso la Sala stampa vaticana – offre alle persone anziane l’opportunità di affrontare interrogativi di fondo che forse erano stati trascurati prima a motivo di interessi stringenti o ritenuti comunque prioritari”.

“L’essenziale, quello che l’usura degli anni non distrugge”: questo, secondo Giovanni Paolo II, il centro dell’attenzione dell’anziano, consapevole “della vicinanza del traguardo finale”. “Proprio per questa sua condizione – prosegue il Papa – l’anziano può svolgere un suo ruolo nella società”. Se è vero, infatti, che “l’uomo vive del retaggio di chi lo ha preceduto e il suo futuro dipende in maniera determinante da come gli sono stati trasmessi i valori della cultura del popolo a cui appartiene, la saggezza e l’esperienza degli anziani possono illuminare il suo cammino sulla strada del progresso verso una forma di civiltà sempre più completa”.

In questa prospettiva, “quanto è importante riscoprire questo reciproco arricchimento tra diverse generazioni!” e come “sarà diversa la comunità, a partire dalla famiglia, se cercherà di mantenersi sempre aperta verso i fratelli e le sorelle ridotti nella loro capacità dai disagi dell’età o della malattia”. Il Santo Padre, invita infine la comunità ecclesiale a “abituarsi a pensare con fiducia al mistero della morte, perché l’incontro definitivo con Dio avvenga in un clima di pace interiore, nella consapevolezza che ad accoglierci è colui che ci ha voluti ‘a sua immagine e somiglianza'”.Sir